ECOMAFIE / QUEL ‘SISTEMA CHIANESE’ DI 30 ANNI FA

Giorni fa è arrivata dalla Suprema Corte di Cassazione la conferma delle condanne nei confronti di Cipriano Chianese e Gaetano Cerci.

Giustamente esulta Legambiente, da sempre in prima linea nel contrastare le ecomafie.

Precisa Legambiente nel suo comunicato stampa. “Con la conferma delle condanne dei responsabili dell’ecocidio della Campania, si chiude il cerchio aperto con l’inchiesta ‘Adelphi’, targata 1993, sul traffico illecito dei rifiuti. Sin dai nostri primi dossier, avevamo denunciato il ruolo dell’avvocato Chianese, anello centrale dell’ecomafia dei rifiuti nel nostro Paese, una sorta di ‘ministro dell’ambiente’ che per decenni ha gestito il settore dei rifiuti per conto del clan dei Casalesi. Con la condanna di Chianese – viene aggiunto – rimangono ancora le tante zone d’ombra, perché dietro al suo sistema si celano i segreti e i rapporti tra criminalità organizzata e le lobby – politiche, affaristiche, massoniche – che hanno designato la Terra dei Fuochi come epicentro del business illegale dei rifiuti”.

Le prime inchieste sulle imprese ecomafiose dell’avvocato-faccendiere, Cipriano Chianese, sono state scritte dalla ‘Voce’. E risalgono addirittura al 1989.

Quindi oltre 31 anni fa.

Abbiamo poi, in tutti i primi anni ’90, continuato a dettagliare le ulteriori imprese griffate Chianese, ben comprese le trasferte aretine, per rendere visita al Venerabile Licio Gelli presso la sua Villa Wanda.

In apertura Cipriano Chianese

Siamo stati citati in giudizio da Chianese, il quale ha chiesto un risarcimento per i danni che le nostre inchieste avevano provocato alla sua immagine: 50 milioni di vecchie lire.

Per fortuna abbiamo trovato, sulla nostra strada, un giudice proveniente da Berlino – è il caso proprio di dire – che ci ha dato ragione: confermando il nostro diritto-dovere di informazione.

Ma eravamo ‘profeti’ nel deserto.

Perché nel frattempo una larga fetta della magistratura penale (non c’è bisogno di arrivare ai Palamara days per capirlo) dormiva, o, se preferite, “era in sonno”, tanto per utilizzare metafore massoniche.

La coraggiosa inchiesta ‘Adelphi’, alla quale Legambiente fa cenno, pur con tutta la sua dirompente portata (e forse proprio per la sua dirompente portata) venne stoppata.

Archiviata, come nei più classici copioni di rituali insabbiamenti.

E solo dopo molti anni le indagini sul ‘Sistema Chianese’ sono riprese.

Sorge spontanee le domande: quanto è mai costato un così lungo sonno della magistratura alla Campania alle prese con un disastro ecologico senza confini?

Come ci si può riempire la bocca di ‘Terra dei Fuochi’ se è stato consentito agli ecomafiosi di razzolare e raccogliere profitti con la pala per tanti anni?

Come mai – al solito – nessuno paga il fio per le pesantissime omissioni (e i depistaggi) andati a segno sulla pelle dei cittadini?


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