ISRAELE / UN MARE DI DUBBI SULL’EFFICACIA DEI VACCINI

E’ partito a razzo, Israele, sul fronte della inoculazione dei vaccini anti Covid.

Ma già ora si scopre che non tutto va bene, il vaccino in moltissimi casi fa cilecca e fa emergere effetti collaterali.

Ecco i fatti.

Una standing ovation internazionale, per Israele, il 19 dicembre 2020, quando è iniziata la campagna vaccinale, tanto che oggi il Paese è il primo per percentuale di inoculati.

Eppure, oggi, il numero giornaliero di positivi al virus Sars-CoV-2 è più alto dall’inizio della pandemia: oltre 10 mila nuovi casi al giorno a fronte di una media di 100 mila tamponi.

In aumento anche i casi gravi, mentre i decessi per Covid hanno superato quota 4 mila, su una popolazione che non arriva a 9 milioni.

Ancora peggio tra i freschi vaccinati (ad oggi 2,2 milioni), secondo le rilevazioni di uno dei quotidiani più autorevoli, Haaretz.

Ben 12.400 persone sono risultate positive al coronavirus nel giro di due settimane dalla somministrazione della prima dose; 69 soggetti avevano già ricevuto una seconda dose. Si tratta del 6,6 per cento dei 189 mila vaccinati che hanno effettuato il test dopo la somministrazione.

La presenza del virus è stata rilevata anche a due settimane di distanza dalla prima dose: un periodo durante il quale – sottolinea Haaretz – avrebbe già dovuto manifestarsi un’immunità parziale.

Dei 20 mila testati nella terza settimana, sono emersi 1.410 casi di positività, pari al 7,2 per cento; di quelli testati nella quarta settimana, poi, i positivi rappresentano il 2,6 per cento.

“A questo stadio – commenta Haaretz – è ancora difficile trarre conclusioni sull’efficacia del vaccino. In alcuni gruppi di persone vaccinate, durante i periodi post-vaccino, la percentuale di test risultati positivi corrisponde a quella della popolazione generale, in maggioranza non ancora vaccinata”.


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