LA STAMPA / ECCO A VOI IL NUOVO MANDELA RUSSO

Alexey Navalny è il Nelson Mandela russo”.

Non siamo su ‘Scherzi a parte’, né al cottolengo.

No, siamo alle prese con un articolo (un articolo?) scritto sulle colonne ormai infami de ‘La Stampa’ da tale Anna Zafesova il 18 gennaio. All’indomani del rientro in patria dell’eroe avvelenato in maniera così maldestra dagli 007 di Vladimir Putin e già guarito miracolosamente da quella pozione maledetta.

Ci vuole una fantasia davvero gigantesca nel solo sognare un paragone tra un eroe vero (pur se pieno di contraddizioni) come Nelson Mandela, e un pataccaro come Navalny che si spaccia per il Salvatore di tutte le democrazie: roba da circo, senza voler mancare di rispetto a quelle povere creature costrette ad esibirsi davanti a tanti beoti.

Non è il primo scivolone de ‘La Stampa’ guidata da Massimo Giannini, un tempo autore di pregevoli inchieste per la Repubblica e oggi con ogni probabilità ancora sotto l’effetto della botta Covid.

Proprio il quotidiano torinese, giorni fa, ha definito un altro pataccaro, Guaidò, come “il legittimo presidente del Venezuela”, quando anche i bimbi delle elementari sanno che si tratta di un rabberciato pupazzo fabbricato – e pure male – dagli Stati Uniti nel tentativo di disarcionare il legittimo capo dello Stato Maduro.

Non è finita. Perché la lista delle castronerie pubblicate dal quotidiano piemontese, soprattutto sul fronte estero, non è finita qui.

I teppistelli di Hong Kong si trasformano per incanto (e in un italiano improbabile) in “liberatori per la libertà”. Mentre le bande mercenarie jiadiste alle prese con la destabilizzazione della Siria divento magicamente “i combattenti per la democrazia contro il regime di Assad”.

Si sono accorti, i soloni agli ‘Esteri’ del quotidiano diretto da Giannini, che sono passati dieci anni esatti da quel diluvio di primavere arabe, taroccate a regola d’arte dagli USA per esportare la loro ‘democrazia’?

Visto l’andazzo, ne dubitiamo fortemente.


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