ENI / LE GRANDI MANOVRE SUL FRONTE LIBICO

Grande attivismo del governo italiano sul fronte libico. Adesso la liberazione dei 18 pescatori decisa da Bengasi dopo il blitz del premier Giuseppe Conte e del titolare della Farnesina Luigi Di Maio, una vicenda che comunque poteva essere risolta ben prima.

Sul secondo fronte, quello di Tripoli, lo stesso Conte si è rimboccato le maniche affinchè venisse sottoscritto a fine novembre un accordo strategico tra ENI e National Oil Corporation (NOC), ossia la compagnia petrolifera di stato.

ENI quindi a tutto campo sul versante nordafricano, visti anche i freschi maxi accordi con l’Egitto, siglati proprio mentre il caso Regeni si fa sempre più bollente e viene per l’ennesima volta rinviata la liberazione di Patric Zaki.

Il 30 novembre si sono incontrati il capo del governo di Accordo nazionale Fayez al-Sarraj, il numero uno di NOC Mustafa Sanalla, e il vertice di ENI, Claudio Descalzi per fare il punto sui nuovi progetti esplorativi ed estrattivi di gas e idrocarburi da parte del colosso energetico di casa nostra.

Viene scritto in una nota dell’ENI: “Descalzi ha confermato ad al-Sarraj il pieno impegno della società, con particolare focus sullo sviluppo dei progetti gas che consentiranno di estendere il plateau di produzioni di Bahr Essalam, giacimento off-shore a 120 chilometri a nord ovest di Tripoli, assicurando l’approvvigionamento di gas al mercato locale, di cui ENI continuerà ed essere il principale fornitore nei prossimi anni”.

Descalzi ha ringraziato il capo della compagnia libica per aver garantito “la continuità operativa, il supporto logistico e la turnazione nei siti operativi, nonché per l’impegno profuso in questi mesi dal management e dai contrattisti della Mellitah Oil & Gas BV Libyan Bran”, la joint venture paritaria di NOC ed ENI che gestisce diversi giacimenti onshore sparsi nel paese e i giacimenti offshore costituiti da tre piattaforme e un serbatoio galleggiante nel mar Mediterraneo.

Dettaglia il blogger antimilitarista Antonio Mazzeo: “ENI opera in Libia dal 1959 e la produzione netta si attesta attualmente in 170 mila barili equivalente al giorno. Secondo i dati forniti dal gruppo italiano, nel 2019 sono stati estratti dal sottosuolo libico 37 milioni di barili di petrolio e condensati, 106 milioni di barili di idrocarburi e 10,6 miliardi di metri cubi di gas”.

E poi: “Recentemente ENI ha anche completato le attività di potenziamento degli impianti di trattamento gas di Mellitah (poco ad ovest della città di Misurata) e di Sabratha (nell’omonimo distretto nordoccidentale della Libia), incrementando la capacità di trattamento fino a 1.100 milioni di piedi cubi al giorno. Nel complesso di Mellitah converge il gas estratto dai giacimenti di Wafa e Bahr Essalam. Dopo il trattamento, il gas raggiunge Gela in Sicilia grazie al gasdotto Greestream che attraversa il Mediterraneo per 520 chilometri”.

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