Confindustria e dintorni

Politologi e analisti del complesso panorama editoriale si sono sguinzagliati per vivisezionare la strategia editoriale del quotidiano finito nell’orbita di Gedi, il mega gruppo editoriale che detiene gran parte dell’informazione italiana. In aggiunta alla certezza del taglio ‘confindustriale’, come dire, suggerito dal neo proprietario (Agnelli-Fiat), è interessante il lavoro di indagine degli specialisti per comprendere, di là dall’evidenza, la dimensione dell’obiettivo che si è dato il neo direttore Molinari e chi lo segue nell’offensiva quotidiana al governo Conte. Di qui la proposta dell’incipit di un articolo in prima pagina di oggi 4 dicembre 2020: “Di cos’altro c’è bisogno? Non sono sufficienti mille morti in un giorno e altri tremila contagi per restituire un briciolo di senso di responsabilità alla classe dirigente del Paese? È questo il tempo per dividersi sulle misure contro il Covid? No, non lo sarebbe. Eppure quello cui abbiamo assistito è sembrato un balletto macabro”. A prescindere da qualche imperfezione grammatical-sintattica del periodo citato, queste poche righe rivelano con evidenza la reiterata ostilità del quotidiano nei confronti di quanti, per restare al caso Covid, sono impegnati a uscire dal tunnel dovendo difendersi dalla pandemia e dalle istituzioni locali (leggi regioni) a guida di uomini dell’opposizione, che boicottano con anarchica contestazione il principio della collaborazione, fondamentale in situazioni di emergenza qual è la pandemia. Per capire di che parliamo ecco un titolone in seconda pagina: “Liti con ministri e Regioni”. Indicazione per chi ha elementi e obiettività per giudicare: la presunta lite è circoscritta al velleitario protagonismo di Italia Viva, che naviga ambiguamente nella maggioranza di governo e per rispondere alle righe di prima pagina citate, che pretende con cinica incoscienza di ‘aprire’, mentre la linea compatta dell’esecutivo condivide il rigore del ministro della salute, teso a scongiurare la tragedia di una terza ondata del Covid. Il disfattismo renziano finisce per alimentare la ‘caciara’ della borgatara Meloni, che in aula, preda di una crisi isterica, urla contro il governo per aver illustrato in televisione (cioè a tutti gli italiani) il contenuto dell’ultimo decreto anti pandemia.  La Repubblica le dedica anche la foto della sceneggiata eseguita nell’emiciclo di Montecitorio.

In tema di Fiat e per via diretta di Juventus, a proposito dell’esame farsa, eseguito in tempi iper accelerati, non di norma, per italianizzare il calciatore Suarez, che la società bianconera era in procinto di ‘acquistare’, ecco il ‘fattaccio’: il giocatore balbettò un paio di risposte imparate a memoria e in un lampo ottenne la patente necessaria a essere tesserato dalla Juventus, mentre l’iter normale per ottenere la cittadinanza italiana richiede normalmente tempi e un esame ben più impegnativo. Il provvedimento della magistratura: ‘Misure interdittive per il rettore dell’università di Perugia, delegata alle ‘procedure di ‘italianizzazione’, per una docente e per il componente della commissione Immigrati. I reati: ‘rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata a indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici. In altre parole? La Juventus (si deve accertare in cambio di cosa) ottenne dall’Università suddetta un falso attestato di idoneità del calciatore a essere tesserato, come italiano in bianconero. Gli investigatori hanno accertato che la dirigenza della Juventus si è attivata, ‘ai massimi livelli istituzionali’ per accelerare il riconoscimento’. I contenuti della prova di italiano di Suarez erano stati preventivamente comunicati al calciatore, per predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame e “corrispondere alle richieste avanzate dalla Juventus”. Della scandalosa vicenda si occupa il procuratore di Perugia Raffaele Cantone.

Non c’è attinenza diretta, ma è così azzardato ritenere sospette le sentenze della magistratura sportiva (vittoria a tavolino per 3 a 0, un punto penalità in classifica inflitto agli azzurri) che finora hanno condannano il Napoli per non essere partito per Torino in occasione del match con i bianconeri, in conformità con il divieto di lasciare la città, sancito dalla Asl, massima autorità sanitaria locale?

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