IDROSSICLOROCHINA / LA PAROLA AL CONSIGLIO DI STATO

Una parola decisiva sull’uso dell’idrossiclorochina verrà pronunciata il prossimo 10 dicembre dal Consiglio di Stato.

Per quella data il presidente della terza sezione, Franco Frattini, ex ministro degli Esteri, ha fissato la Camera di consiglio per la discussione collegiale dell’istanza cautelare, avverso un provvedimento del TAR Lazio, promossa da un gruppo di medici contro l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e il Ministero della Salute, in relazione alla legittimità della decisione di sospendere l’uso dell’idrossiclorochina nel trattamento del Covid al di fuori degli studi clinici.

Frattini – così si può leggere nel decreto motivato – pur rigettando il decreto cautelare monocratico, ha ritenuto che gli appellanti, rappresentati dagli avvocati Erich Grimaldi e Valentina Piraino (fondatori e animatori del “Comitato di scopo per la cura tempestiva domiciliare del Covid 19”) abbiano presentato argomenti validi su cui il Collegio e il Tar del Lazio dovranno “condurre un ulteriore approfondimento”.

Sottolinea il Comitato di scopo: “Il presidente della terza sezione si riferisce a sopraggiunte circostanze nuove tra la prima determina dell’AIFA del 26 maggio 2020 e quella del 22 luglio 2020 in quanto gli appellanti fanno valere, oltre a depositare documentazione scientifica in merito, dati ed elementi positivi tratti ‘sul campo’ dalla loro pratica medica sui pazienti Covid prima della sospensione deliberata dall’AIFA a maggio 2020, affermando che proprio la pratica medica debba essere tenuta in adeguata considerazione, giacchè l’uso dei soli studi randomizzati, a cui fa esclusivo riferimento AIFA, comporta difficoltà di trasferimento dei risultati alla pratica clinica, specie durante una emergenza sanitaria”.

Nei mesi scorsi diversi medici – un nome per tutti, l’oncologo piacentino Luigi Cavanna – hanno sostenuto l’efficacia del farmaco se somministrato alla comparsa dei primi sintomi del coronavirus.

Il Consiglio di Stato motiva la decisione rilevando l’assenza di “uno studio randomizzato sui risultati dell’idrossiclorochina somministrata ai primi sintomi in ambiente domiciliare, laddove esistono risultati positivi di studi osservazionali, retrospettivi, e citando uno studio pubblicato il 21 settembre 2020 dalla rivista ‘The Lancet’, cui Aifa presta la propria attenzione e che sostiene l’effetto riduttivo della idrossiclorochina sul tasso di mortalità da Covid e l’assenza di una aumento della tossicità cardiaca”.

Una vera e proprio marcia indietro rispetto ai risultati di uno studio farlocco pubblicato proprio su Lancet mesi prima.

Il Consiglio di Stato ritiene che “tali argomenti devono essere considerati unitamente alla significativa – e non smentita in atti da Aifa – affermazione che attualmente non esiste un farmaco per il trattamento specifico domiciliare Covid, laddove attualmente la affermata principale preoccupazione delle autorità sanitarie è il trasferimento dei pazienti Covid domiciliari nelle strutture sanitarie a causa dell’aggravamento della malattia, non trattata a domicilio con farmaco specifico”.

La terza sezione, infine, sottolinea come occorra “un approfondimento ben più articolato di quello che sembra effettuato nella sede cautelare di primo grado, giacchè il diritto di ciascun paziente alla cura appropriata e il diritto-dovere di ciascun medico di prescrivere il farmaco più utile a contribuire alla guarigione del malato, corrispondono a valori costituzionali e indefettibili del nostro ordinamento”.

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