ENI / NUOVO RINVIO A GIUDIZIO PER L’A.D. CLAUDIO DESCALZI

Saipem, gioiello di casa ENI, firma grossi contratti d’affari, per almeno dodici anni di lavoro con l’Arabia Saudita.

Non il massimo della “moralità”, viste le raccomandazioni della UE di non trafficare con i paesi alle prese con conflitti, molti dei quali ruotanti intorno al Golfo Persico. Ma tant’è: se Fincantieri fornisce equipaggiamenti marittimi per far guerra, allora Saipem ha certo disco verde per la realizzazione di strutture petroliferi e impianti on e off shore.

Il contratto è stato appena sottoscritto da Saipem e Saudi Aramco, il precedente accordo era stato rinnovato nel 2015. Un legame, quindi, che continua e si consolida.

Sottolinea il capo della Divisione Onshore di Saipem, Maurizio Coratella: “Questo nuovo accordo con Saudi Aramco, uno dei nostri principali clienti e tra i protagonisti più attivi nel settore energetico, consolida una relazione di lunga data e conferma il posizionamento strategico di Saipem in Medio Oriente in un’ottica di medio e lungo termine”.

Sulla casa madre, Eni, tornano invece ad addensarsi forti nuvole. Sembravano ormai passati i tempi bui delle inchieste della procura di Milano con i contratti sia di Eni che di Saipem in Brasile e in Africa. Un’illusione di breve durata, perché adesso torna in pista un’inchiesta sull’inchiesta, sempre a Milano. Quella, in sostanza, sul depistaggio organizzato per sviare i magistrati meneghini dalle loro indagini: in particolare quelle sulle tangenti nigeriane. Un brutto affare.

E ora cosa succede? All’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, è stato recapitato un nuovo avviso di garanzia, firmato dai pm della procura milanese Sergio Spadaro e Paolo Storari, impegnati ad indagare sul “complotto”.

Cosa salterà fuori?

 

Nella foto Claudio Descalzi

Lascia un commento