JOE BIDEN / UN PENTAGONO TUTTO “ROSA”

Grandi manovre del neo capo della Casa Bianca, Joe Biden, per mettere in campo il “Transition Team” ed arrivare pronto all’incoronazione di gennaio 2021.

Oggi passiamo in rassegna il Dipartimento della Difesa, con una task force di 23 politici e soprattutto di rappresentanti dell’industria delle armi (un terzo del totale, quindi almeno 7-8), che la dice lunga sulle bellicose intenzioni del neo Presidente.

Kathleen Hicks

A capeggiare la task force dovrebbe esserci una donna, Kathleen Hicks, sottosegretario alla Difesa sotto l’amministrazione di Barack Obama. Ma soprattutto lady Hicks ha fatto parte del Centro per gli studi strategici e internazionali (CSIS – Center for Strategic and International Studies), un think tank fondato e costituito da rappresentanti della Nato, aziende petrolifere e produttori di armi, come Northrop Grumman, Boeing, Lockheed Martin e General Atomics (quest’ultima produce i droni “Predators” utilizzati dall’amministrazione Obama per ammazzare centinaia di civili nelle ultime campagne di Medio Oriente).

Ad affiancare Hicks ci saranno altri due componenti dello strategico CSIS, vale a dire Andrew Hunter e Melissa Dalton.

Da una sigla paramilitare all’altra eccoci al CNAS, acronimo di Center for a New American Security, cioè Centro per una nuova sicurezza americana. Tutto un programma.

Dalle fila di CNAS sbarcano sui lidi del prossimo Pentagono Susanna Blume e Ely Ratner. Interessante notare il mix che compone l’organigramma di CNAS: vi prendono parte personaggi che arrivano sia da aziende top nei social, che dal solito mondo di armi e missili; ad affiancare Google e Facebook, infatti, sono schierate Raytheon e le solite Lockheed Martin e Northrop Grumman. Ottimo e abbondante.

Michele Flournoy

Eccoci ad altri tre profili che di questioni militari se ne intendono e comporranno la task force bideniana per il Pentagono. Si tratta di Stacie Pettyjohn, Christine Wormuth e Terri Tanielian, che hanno lavorato fino a ieri per RAND Corporation, una società che ottiene grossi finanziamenti dalla Nato, dai comandi militari Usa, da decine di società petrolifere e addirittura da non pochi stati del Golfo. Una cuccagna.

Un personaggio chiave, poi, sarà Michele Flournoy, l’ennesima donna del Team, che rispetta in pieno le quote rosa. E’ addirittura in ballottaggio con la collega Hicks per la poltrona di numero uno per il Dipartimento della Difesa.

Nel suo curriculum spicca proprio la carica di vice presidente del CNAS, e esperienze apicali alla Difesa con gli esecutivi di Bill Clinton e di Barack Obama. Come co-sottosegretario alla Difesa per Obama, Flournoy ha curato la maxi operazione di sbarco (100 mila uomini) delle truppe a stelle e strisce in Afghanistan nel 2010.

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