AstraZeneca, la star – come dice il nome – sul fronte dei vaccini anti coronavirus, ha imposto alla UE la di “secretare” il contratto sottoscritto per la vendita delle sue pozioni miracolose.
Non solo l’accordo è inaccessibile per i media, che dovrebbero farne conoscere i contenuti a tutti i cittadini, ma perfino ai parlamentari europei. Ai confini della realtà.
A questo punto sorge spontanea la domanda: ma a quale titolo, a nome di chi la UE sottoscrive un patto che, a questo punto, è del tutto illegittimo? I soldi spesi di chi sono? Di quel “popolo bue” tenuto all’oscuro delle manovre e degli affari giocati sulla sua pelle?
Ma vediamo qualche dettaglio in più sull’affaire. Partendo dall’inizio.
Due mesi fa, il 27 agosto, la Commissione UE sigla un contratto per “acquistare 300 milioni di dosi di vaccino prodotto da AstraZeneca, con un’opzione d’acquisto di ulteriori 100 milioni di dosi da distribuire in proporzione alla popolazione”.
A settembre sulla questione viene organizzata dal Parlamento europeo un’audizione, alla quale vengono chiamati a relazionare i vertici di AstraZeneca, per fornire ragguagli e dettagli sull’operazione.
I top manager, però, non si presentano.
Incredibile ma vero.
Pensate che, a questo punto, i parlamentari abbiano insistito?
Riconvocato AstraZeneca, tenuta a fornire tutte le informazioni del caso?
Neanche per sogno. Chissenefrega.
Ed è così che il contratta passa sotto silenzio, senza alcuna discussione né in una commissione, né in assemblea. Neanche al bar.
Tutto top secret. Come è capitato, nel nostro Paese, per fare un solo esempio, con i contratti per le concessioni autostradali, firmati a condizione capestro per le nostre casse pubbliche, a tutto vantaggio dei big di asfalto & corsie.
Commenta l’eurodeputato francese Pascal Canfin, presidente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare: “Ad oggi abbiamo pochissime informazioni sui termini dei contratti che sono stati firmati dalla Commissione europea e da alcuni laboratori. Volevamo avere maggiori notizie sugli impegni presi dalle aziende, se saranno all’altezza di mantenere gli impegni e se saranno in grado di assumersi le proprie responsabilità. Anche l’ammontare di questi contratti non li conosciamo”.
E noi muoviamo un dito, visto anche che un partner della britannico-svedese AstraZeneca è un laboratorio di Pomezia, in questo modo (non poco misterioso) balzato alla ribalta delle cronache internazionali?
Peggio che andar di notte.
Minimizza l’italiana Sandra Gallina (di nome e di fatto), al vertice della Direzione generale Salute e Sicurezza alimentare: “I documenti che contengono informazioni commerciali sensibili, la cui diffusione al pubblico potrebbe compromettere la protezione dei legittimi dati delle aziende, sono coperte dalla protezione degli interessi commerciali”.
Vengono protetti – in modo più smaccato non si può – interessi, affari e profitti di grandi aziende privati rispetto a quelli che derivano dalla tutela della salute pubblica, di tutti i cittadini europei!
Burocrati al servizio di Big Pharma, gendarmi in perfetto assetto mafioso.
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