DAVOS 2021 / LA PANDEMIA E “THE GREAT RESET”

Finalmente si conosce la data in cui si svolgerà il meeting internazionale dei potenti della Terra, previsto per gennaio a Davos e rinviato a causa della pandemia.

Non si terrà a giugno, come era stato indicato inizialmente, ma a metà maggio 2021. Per la precisione dal 18 al 21.

Ma la notizia clamorosa è un’altra. Non si terrà nella tradizionale location da mezzo secondo, a Davos, ma nella non lontana (e sempre in Svizzera) Burgenstock, un ridente – come si suol dire – cittadina affacciata a 500 metri di altezza sul lago di Lucerna.

Il tema resta quello già pensato ad un paio di mesi dallo scoppio della pandemia, “The Great Reset”, il Grande Riassetto Mondiale che vedrà le nostre vite cambiare in modo radicale nei prossimi anni.

A dirigere l’orchestra à sempre lui, il Maestro di tutti gli Ordini, vissuto e cresciuto a pane e svastica, Klaus Schwab, impregnato fin da bambino di quella cultura nazista. Schwab è il presidente esecutivo del “World Economic Forum”.

Lo stesso copione che accompagna la Bilderberg story.

Klaus Schwab. In apertura Gates, Blair e Bono al World Economic Forum

Come antipasto, nelle scorse settimane di settembre, si è svolto “The Word Economic Forum’s Sustainable Development Impact Summit”, una sorta di Vangelo che dovrà in futuro regolare le nostre esistenze.

Ecco il programma base, che si svolgerà in presenza ma soprattutto in rete, visti i tempi che corrono.

A precedere il tutto, andranno in scena (meglio, appunto, in rete) i “Davos Dialogues”, incontri ad altissimo livello che man mano provvederanno a mettere meglio a fuoco i temi. Poi, si svolgerà il “Forum’s Young Global Shapers”, allestito per le nuove, rampanti leve; cui seguirà il “Pioner’s of Change Summit”, tanto per affilare meglio le armi della conoscenza.

Molto istruttivo, a questo punto, tuffarsi nella lettura della Nuova Bibbia, appena uscita per le penne di Schwab e di Thierry Mallet, senior director del Global Risk Network: è titolata “Covid 19: The Great Reset”.

Tanto perché tutti intendano di quale musica si tratta.

La parola d’ordine che circola, in modo ossessivo, in tutte le pagine del libro è “Post Pandemic Era”, un gingle che finisce per rincoglionire anche il più disincantato dei lettori.

Ecco alcune frasi imperdibili.

Siamo ora in presenza di “una rara e ristretta finestra di opportunità per riflettere, reimmaginare e resettare il nostro futuro”.

“Potremo essere costretti ad agire più rapidamente sostituendo istituzioni, processi e regole falliti con dei nuovi e più adatti alle esigenze attuali e future”.

Saremo costretti? Chi?

Agire rapidamente?

Sostituire istituzioni?

Siamo ai golpe?

Eccoci alla previsione più catastrofica, in perfetto stile Bill Gates, che annuncia l’apocalisse da pandemia e poi quella ancor più colossale per i cambiamenti climatici (un tema su cui interviene, in modo altrettanto ossessivo, The Great Reset). “Il peggio della pandemia deve ancora avvenire”, preconizzano i profeti di sciagure Schwab e Mallet.

Non è certo finita, perché una disgrazia tira l’altra. “Affronteremo le sue ricadute (della pandemia, ndr) per anni e molte cose cambieranno per sempre. Ha provocato – e continuerà a farlo – sconvolgimenti economici di proporzioni monumentali”.

Ancora. “Nessuna azienda sarà in grado di evitare l’impatto dei cambiamenti futuri. O tutti si adatteranno all’Agenda del Great Reset o non sopravviveranno”.

Chiaro?

“Milioni di aziende rischiano di scomparire, soprattutto quelle di dimensioni più piccole. Solo poche saranno abbastanza forti da sopportare il disastro”.

Il deserto prossimo venturo.

La nuova apocalisse, sotto la regia di “The Great Reset”.

 

 

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