Casa Bianca? Macché, ‘casa nera’

Immotivata e solida idiosincrasia per la scienza statistica mi impedisce di definire in termini percentuali l’incidenza (comunque debordante, invasiva) delle news on line sul caso ‘trumpeide’, ovvero sulla misteriosa obnubilazione di mezza America che seguace del peggiore presidente Usa di sempre si espone all’addebito di esasperante masochismo. Uomini e donne ‘normali’ avrebbero proposto un soggetto da letto di contenzione qual è il tycooon come coinquilino di macachi e gorilla in robuste gabbie dello zoo.
Anche in questo tempo di prima mattina di un 20 0ttobre poco distante dall’election day per la presidenza Usa, l’ingombrante presenza del folcloristico, abusivo abitante della Casa Bianca, si è appropriata di troppo spazio dell’informazione. Tra il serio e il faceto, ovvero ridendone o con indignazione incombono in un profluvio di trumpianate, in un paio di cavolate da pronto soccorso psichiatrico. Ha detto il tronfio e indecente evasore fiscale, uscito dal Covid con evidente deficit celebrale: “Se non vinco, vado via dagli Usa” (e il mondo esulterebbe, ndr). “Fauci? (il più autorevole virologo del mondo, ndr), un disastro. Stanchi di sentir parlare lui e tutti quegli idioti, se l’avessimo ascoltato avremmo avuto 700 o 800mila morti. Biden? Non è solo un politico corrotto, ma l’uomo più noioso che abbia mai visto e se vincerà vi toglierà anche il Natale con il lockdown. La pandemia? L’abbiamo sconfitta (sì, 50 mila positivi al giorno, ndr) e se vinco sparirà. Il vaccino? Sarà pronto prima 3 novembre giorno delle elezioni (falso, ndr).
Il tycoon teme come la peste il voto via posta, per l’evidente impossibilità di condizionarlo con mezzi non proprio legali e prova a boicottarlo, senza riuscirci, per mettere in crisi la raccolta e lo smaltimento del sistema postale. Subisce anche un ceffone dalla Corte suprema. Aveva chiesto che in Pennsylvania, Stato in bilico, i voti per posta dovevano essere validi solo se ricevuti prima del 3 novembre. La corte, contro il parere dei magistrati pro Trump ha deciso invece che saranno validi se arriveranno entro tre giorni dal voto, anche se privi del timbro postale.
L’evidente deficitdi congruenza del tycoon con l’America che non rappresenta è clamorosamente evidenziato dalla contestazione del pianeta donna. Tre milioni, nelle piazze delle grandi città, hanno chiesto di non votarlo. Domenica sera in ‘Che tempo che fa’ di Fazio, la pasionaria Jane Fonda lo ha messo ko e si moltiplica la protesta femminile di ogni ceto sociale. Lui offende la governatrice democratica del Michigan: “È una dittatrice”. I suoi sudditi gridano “Arrestatela” e Trump li gratifica con un sorriso di approvazione. Anche peggiore l’insulto “Ha la faccia deformata dalla rabbia”, rivolto a Savannah Guthrie, la giornalista, che in nome del pieno diritto professionale di porgli domande scomode, lo ha messo in chiara difficoltà durante il primo dibattito televisivo con Bind.
L’indagine statistica pertinente, dice che la sua è una difesa di casta, diretta a senso unico alle donne che vivono nelle aree ‘benestanti’, secondo lui minacciate da Biden che le invaderebbe con casermoni ‘popolari’. La discriminazione, non la sola, gli costa cara. Il vantaggio di Biden, per quanto attiene all’elettorato femminile, sarebbe di 25 punti. Probante, per capire il machismo di Trump, è il complotto di estremisti di destra scoperto dall’Fbi. Intendevano rapire la Whitmer, ‘nemica’ governatrice dem del Michigan.
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Se non lo aveste seguito ieri sera su Rai3, recuperate l’inchiesta di “Report”, che ha svelato il marcio del sistema leghista lombardo, sull’asse Fontana e accoliti (inedita la scoperta del coinvolgimento di Giorgetti e di sua moglie). Il programma è visibile in Rai Play.


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