Lo sgarbo del supponente Sgarbi

Follia di un’Italia, che nella circostanza merita di essere citata come ‘Brutto Paese’. Ecco perché: presentare in anteprima lo Sgarbato Sgarbi aspirante sindaco di Roma per la destra è il compito più facile che si possa immaginare. Il soggetto, che alimenta la popolarità televisiva con il ricorso seriale al turpiloquio, offre al cronista l’opportunità quotidiana per legittimare l’affermazione. Disserta da par suo sulle norme di prudenza del governo, a ragione preoccupato dalla nuova virulenza del Covid-19 ed ecco il suo appassionato commento, dedicato al premier Conte: “Ha rotto il cazzo”. Scusate se scrivo cazzo per esteso, ma così dà al meglio l’idea di con chi avrebbe a che fare Roma governata da questo raffinato interprete del bonton. Nel corso di un’intervista Sgarbi duplica il ricorso alla volgarità: “Basta con le pantomime ridicole di queste teste di ca**o (stavolta puntini di sospensione, ‘per non fargli troppa pubblicità’). Il ‘nostro’ (pardon, nostro un cavolo) mente sapendo di mentire e da fervido militante della truppa tipo Brancaleone dei negazionisti, finge di ignorare che nel mondo sono circa 38 i milioni di infetti ed è di un milione il numero dei morti di coronavirus. Per sostanziare il suo “Covid non esiste” Sgarbi cita il terzetto di infettati Trump-Briatore-Berlusconi, a loro volta non proprio campioni di correttezza comunicativa. A suo dire non avrebbero contratto il virus e così smentisce gli stessi personaggi citati, i virologi, chi li ha curati e raccontato il loro ricovero. Zangrillo, per esempio, ha detto che Berlusconi sarebbe morto se non si fosse affidato tempestivamente alla terapia intensiva del San Raffaele.
Per capire l’entità della potenziale sciagura che rischia la Capitale, circola la notizia che nella corsa al voto per il Campidoglio, a Sgarbi non mancherà il supporto del movimento “No euro – Italia Libera”,  nato per puntare all’abolizione della moneta unica e all’uscita dalla Comunità Europea. Si dice a Napoli “Stevemo scarze”, ovvero ‘ci mancava un soggetto come il critico, che sarebbe rimasto tale senza rompere il…, cioè dotato di normale visibilità, senza la complicità del Maurizio Costanzo show, che lo lanciò come l’eternamente incazzato-urlante.
Come a Roma, anche a Napoli c’è chi anticipa tutti e lancia una candidatura per Palazzo San Giacomo: l’uscente De Magistris, che molti pensano non sarà rimpianto dai napoletani, propone il nome di Alessandra Ruotolo, figlia di Silvia, vittima innocente di uno scontro a fuoco tra camorristi. Al niet di Pd e 5Stelle fa eco, ed è clamorosa, la bocciatura di Sandro Ruotolo, mentre il dem Ammendola si estranea alle voci di una sua corsa a sindaco e per Napoli è sempre più evidente la difficoltà di proporre un candidato di grande, riconosciuto spessore politico, culturale, con background di esperienza amministrativa pari all’impegnativo compito di governare una città problematica. Non è affatto male che in questa fase preliminare non si citi la figura di Nino Daniele, perché le indiscrezioni precoci sono quasi sempre destinate a rapida eclissi.
Domani il verdetto del Giudice Sportivo sul caso Juve Napoli. Per non dare ragione a De Laurentiis dovrebbe ignorare l’articolo 55 del regolamento della Fgci che recita: “Le squadre che non si presentano in campo nel termine previsto sono considerate rinunciatarie alla gara con le conseguenze previste della sconfitta per 3-0 a tavolino, salvo che non dimostrino la sussistenza di una causa di forza maggiore”. Nel caso del Napoli è il divieto, da parte della Asl, di partire alla volta di Torino per i casi di positività al coronavirus di Zielinski ed Elmas. L’assurdo della vicenda: Agnelli avrebbe evitato la ‘lite’ e poi il probabile ricorso in appello delle due società qualunque sia la sentenza.

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