EGITTO / MISSILI & FREGATE IN ARRIVO DALL’ITALIA

L’Europa arma l’Egitto. Tra i fornitori anche l’Italia, che evidentemente “dimentica” il caso Regeni e pensa alla cassa.

Oltre cento missili verranno infatti venduti dal consorzio MBDA al regime del dittatore Abdel Fattah al-Sisi.

A rivelarlo è il quotidiano on line “La Tribune” che fornisce ampi dettagli sul business.

Il consorzio MBDA è composto da Gran Bretagna, Francia e Italia. Il 75 per cento fa capo alle holding Airbus e BAE Systems, mentre il rimanente 25 per cento è nelle mani nella nostra Leonardo Finmeccanica.

Primattore sullo scenario delle produzioni di sistemi missilistici, MBDA è al secondo posto nella classifica mondiale, alle spalle solo della americana Raytheon. Nel 2019 ha fatto segnare ordini per un totale che sfiora i 4 miliardi di euro, mentre la forza lavoro supera le 11 mila unità, dislocate oltre che nei tre paesi promotori, anche in Germania, Spagna e negli Usa.

Da noi gli avamposti produttivi sono localizzati a Roma, dove è acquartierato il management e il centro di produzione software; La Spezia, impegnata soprattutto nel comparto anti-nave; e Fusaro, nella zona flegrea di Napoli, dove ci si occupa di produzione meccanica e sviluppo dei sistemi a radiofrequenza.

Il modello missilistico prescelto dagli egiziani è il VL-MICA, che sta per Missile di intercettazione, combattimento e autodifesa.

Le fregate Meko A200 su cui verranno installati i missili sono opera della ThyssenKrupp Marine Systems, che fa capo al colosso tedesco che in Italia ha arso vivi i nostri operai.

Sottolinea il blogger antimilitarista Antonio Mazzeo. “Oltre ai sistemi missilistici, le grandi aziende armiere italiane starebbero per sottoscrivere accordi multimilionari con le forze armate del paese africano. Il 7 giugno 2020 un lungo colloquio telefonico tra il premier Giuseppe Conte e il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha permesso di sbloccare la trattativa per il trasferimento di due fregate classe FREMM prodotte da Fincantieri spa (la Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi) per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro. All’Egitto potrebbero essere vendute presto altre quattro Fremm, 20 pattugliatori d’altura, 24 cacciabombardieri Eurofighter Typhoon e numerosi velivoli da addestramento M-346 di Leonardo Finmeccanica, più un satellite da osservazione, per un valore complessivo di 10,7 miliardi di dollari”.

Un vero e proprio arsenale da guerra!

Secondo il rapporto di “Rete Disarmo” sulla vendita delle armi italiane all’estero, nel 2019 il valore delle autorizzazioni governative a favore dell’Egitto è stato di 871 milioni di euro, cento volte in più di quanto era stato registrato nel 2016.

Tanto per rispettare la memoria di Giulio Regeni.

Vergogna.


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