GLIFOSATO / AUMENTA L’IMPORT DI GRANO CANADESE E AMERICANO

In sensibile crescita gli arrivi di grano canadese e statunitense nel nostro Paese, grano coltivato a botte di glifosato, l’erbicida killer.

La denuncia arriva da “il Salvagente” che fornisce una serie di cifre e dettagli sulle ultime importazioni in tempi di coronavirus.

“Dati che dicono – viene precisato – che nei primi tre mesi del 2020 nel nostro paese sono sbarcati 700 milioni di chili di frumento destinato alla pastificazione, ben 254 provenienti dal Canada e 175 dagli Stati Uniti, paesi dove la legislazione sui trattamenti fitosanitari è meno ‘severa’ di quella europea, a cominciare dall’utilizzo del glifosato, l’erbicida più usato al mondo, classificato come ‘probabile cancerogeno’ dalla Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms”.

Così prosegue il report: “In base alle stime nel 2020, per effetto del ‘Ceta’, l’accordo di libero scambio tra Canada e Unione Europea, il grano duro complessivo importato da Ottawa supererà il miliardo di chili, attestandosi al livello del 2016”.

Più in dettaglio, si tratta del ‘Comprehensive Economic and Trade Agreement’ siglato quattro anni fa ed entrato in vigore a settembre 2017, in via provvisoria, ratificato da diversi paesi ma non dall’Italia.

Spiega il senatore del gruppo misto ed ex 5 Stelle Saverio De Bonis, presidente dell’associazione Granosalus: “Le agevolazioni doganali previste dal Ceta hanno sicuramente agevolato il ritorno dell’import di grano canadese. Soprattutto durante il lockdown l’accordo di libero scambio non ha certo favorito l’attività ispettiva, visto che sulle navi attraccate al porto di Bari e non solo sono stati effettuati solo controlli documentali e non analitici per verificare ad esempio se il grano fosse contaminato da glifosato”.

Un sistema di controlli comunitari che ormai fa acqua da tutte le parti.

La cosiddetta ‘triangolazione’, infatti, prevede che le ispezioni analitiche vengano fatte nel primo porto di attracco, Gibilterra o Malta nel caso delle navi provenienti dal Nord America.

Sorge la domanda: quei grani sono stati analizzati a campione? “Questo non lo sappiamo – sottolinea De Bonis – di certo le autorità italiane non hanno fatto controlli suppletivi”.

Sulla questione dei controlli osserva Stefano Vaccari, capo dipartimento del settore ‘Repressione frodi’ (ICQRF) al ministero delle Politiche agricole: “Abbiamo continuato durante l’emergenza Covid 19 ad effettuare i controlli, anche se con squadre ridotte e abbiamo l’elenco delle navi ispezionate. Ma il nostro settore non è accreditato per compiere le analisi e i controlli sul glifosato Per questo i campioni vengono inviati al dipartimento di Veterinaria dell’Università di Milano, con cui collaboriamo da anni, per l’accreditamento. Per essere del tutto autonomi nelle analisi dobbiamo aspettare la fine dell’anno, quando ci arriverà un costosissimo macchinario, Orbitrap, specifico per il glifosato”.

Un regalo sotto l’albero per i consumatori italiani?


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