Il ‘me ne frego’ seriale scippa i ‘Ringo’

Tipicamente fascista il ‘me ne frego’ in cui Salvini si identifica ogni volta che gli salta in testa di andare contro la legge, la Costituzione, il vivere civile. ‘Me ne frego’ anche per associare uno slogan elettorale agli arcinoti ‘Ringo’, biscotti della Barilla, ‘bravata’tirata in ballo da internauti incavolatissimi, intenzionati a boicottare i prodotti di questa casa, che richiesta di chiarire se avesse autorizzato il valpadano ad associarsi al suo marchio, ha negato decisamente. A suo tempo, la pubblicità dei biscotti mostrava uno ragazzo bianco e uno nero che si davano il ‘cinque’. La ‘bestia’, nel plagio citato, stringe la mano di un ragazzo di colore, come a dire “con gli immigrati regolari nessun problema, fuori i clandestini”.  Valanga di proteste dei social.
In evidenza, e lo sarà sempre di più di qui al 3 di novembre, l’incubo di un secondo mandato di Trump presidente Usa. Il timore fondato di un bis dell’inquilino abusivo della Casa Bianca nasce dal paradosso che neppure Freud avrebbe saputo interpretare. Inverosimile, ma vero: mezza America si identifica nel truce tycoon, che ingloba il peggio della peggiore umanità, ovvero un ignobile mix di razzismo, omofobia, xenofobia, menzogne, indulgenza o peggio incentivo all’aggressività armata, omertà suprematista. In coro di convention repubblicana, il presidente, che la moglie Melanie supporta con l’ipocrisia dell’invito all’unità nazionale, si schiera con i suprematisti, con la piaga razzista degli Stati Uniti, e accusato di cavalcare la tensione sociale per meri scopi elettorali, si spende in elogi per i militanti di estrema destra, esaltati come ‘grandi patrioti. Il sindaco di Kenosha, dove un poliziotto ha sparato alla schiena di un nero sette colpi di pistola e gli ha procurai la paralisi degli arti inferiori, si rivolge duramente a Trump che non ha mai pronunciato i nomi dei neri uccisi dalla polizia, ha definito i suprematisti brave persone e che non ha alcuna intenzione di incontrare i parenti di Jacob Blake, il nero paralizzato dal poliziotto dal ‘grilletto facile’. L’assurdo? I sondaggi dicono che il tycoon recupera lo svantaggio nei confronti di Biden proprio per i suoi comportamenti razzisti e di empatia con la destra xenofoba e violenta. Pianeta da rifondare.
Non solo Trump. Nel mondo alligna una folta genia di razzisti, tollerati e in alcuni casi sostenuti dai governi. Succede nel Congo che nugoli di razzisti, sostenitori di regimi illiberali, minacciano di morte chi si batte contro i crimini commessi contro la popolazione civile. Vittima è il premio Nobel Denis Mukwege, destinatario di messaggi di odio che coinvolgono anche la famiglia. Lo denuncia Bachelet, responsabile dei diritti umani delle Nazioni Unite. Anni fa Mukwege si salvò da un attacco armato, insieme alla famiglia. Sua la documentazione di gravi violazioni dei diritti umani. Ha fondato e gestisce l’ospedale Panzi di Bukavu. È stato insignito del Premio Nobel per la pace 2018 per i decenni di lavoro a favore di migliaia di donne vittime di violenza sessuale nel Congo orientale. Per la sua vita in pericolo, Bachelet esprime seria preoccupazione.
Non solo Trump. In Bielorussia prosegue la contestazione del dittatore Lukasenko e lui risponde con migliaia di arresti illegali, il bavaglio agli organi d’informazione nazionale ed estera, l’eliminazione fisica dei dissidenti, elezioni platealmente truccate a proprio vantaggio e la complicità di Putin, pronto a reprimere la contestazione con le armi del suo esercito.

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