COVID 19 / LA MILIARDARIA CORSA AL VACCINO DELLE STAR DI BIG PHARMA

Piatto ricco mi ci ficco.

E’ quanto sta succedendo per le star di Big Pharma, che già raccolgono miliardi di dollari a palate per i primi maxi ordini di vaccini anti Covid 19. Dopo aver rastrellato altre vagonate di danari pubblici e privati per andare avanti con le ricerche.

Un vero Eldorado, quello griffato Coronavirus, per le aziende farmaceutiche, soprattutto statunitensi, sempre più opulente nel corso degli ultimi anni e adesso lanciate verso vertici di fatturati e profitti senza confini. Per la serie: c’è chi sulla pandemia sta costruendo o incrementando la sua fortuna.

La conferma arriva dalla prestigiosa rivista scientifica “Nature”, che ha effettuato un minuzioso screening sulla irresistibile ascesa delle maggiori sigle a livello internazionale, stilando una classifica che parla da sola.

La riproduciamo a seguire, ma val la pena di fornire qualche istruzione in più.

 

TUTTE LE STAR, ORDINE PER ORDINE

Primissima assoluta, a distanza siderale dalle altre, ASTRAZENECA, la società di origini svedese ma ormai britannica di adozione. Può contare su una vera potenza di fuoco, pari ad una capacità produttiva che sfiora i tre miliardi di dosi di vaccino all’anno (2,9 per la precisione). E altrettanto stratosferico è il quantitativo di ordini già in carniere, per un totale di 2 miliardi e 400 mila dosi. Da guinness dei primati.

Nei successivi posti troviamo quattro star del firmamento a stelle e strisce.

Si parte da NOVAVAX, che ha il suo quartier generale a Geithersburg, nel Maryland (USA): con una capacità produttiva da 1,35 miliardi di dosi di vaccino, ha già ricevuto ordini per 165 milioni di dosi.

Segue a ruota il colosso PZIFER-BionTech, attestata a quota 1,3 miliardi di dosi ma con ordini ancora superiori, pari a 230 milioni di dosi.

Quarta e quinta posizione sono occupate dalle predilette della Casa Bianca, tanto care al presidente Donald Trump: parliamo della già potentissima start up MODERNA, con una capacità produttiva che sfiora 1 miliardo di dollari e ordini per oltre 100 milioni; e dell’altro colosso sempre made in Usa, JOHNSON & JOHNSON, che nei giorni scorsi ha messo a segno un grosso colpo, con l’acquisto di Momenta Pharmaceutical.

Per approdare in Europa dobbiamo arrivare alla quinta posizione della classifica, con il tandem franco- britannico costituito da SANOFI e GSK (ossia Glaxo Smithkline). La capacità produttiva delle due aziende è da 1 miliardo e 600 milioni di dosi, cui fanno riscontro ordini per 460 milioni di dosi.

Sesto posto per un’altra azienda francese, VALNEVA: produzione da 100 milioni di dosi e ordini per 60 milioni.

Ordini maggiori rispetto alla capacità produttiva per la big cinese SINOVAC Biotech, che a fronte di una capacità da 350 milioni di dosi fa già segnare ordini per 370 milioni.

Passiamo alla tedesca CUREVAC, con una grossa potenza produttiva, pari a 1,1 miliardi di dosi, e ordini per 225 milioni.

Chiude la special hit la russa GAMALEYA, vale a dire l’istituto che ha prodotto il primo vaccino anti Covid del mondo. Ha una capacità produttiva da 100 milioni di dosi e ordini per 50.

Scorriamo in rapida carrellata quanto viene descritto nel reportage scientifico di Nature, dedicato, appunto, a ricostruire una panoramica degli ordinativi sul bollente fronte dei vaccini anti coronavirus, che ha aperto un serrato confronto tra i vari Paesi: con quelli ricchi pronti ad accaparrarsi – attraverso consistenti anticipi e grossi ordinativi – la gran parte di quanto si avvierà ad entrare in fase di produzione.

 

IL PIENONE A FINE 2021

“Ma i preordini stanno già arrivando. A metà agosto gli Stati Uniti si erano assicurati 800 milioni di dosi di almeno 6 vaccini in fase di sviluppo, con un’opzione per acquistarne circa 1 miliardo in più. Il Regno Unito è stato il più alto acquirente pro capite del mondo, con 340 milioni acquistati: circa 5 dosi per ogni cittadino. Le nazioni dell’Unione Europea – che stanno acquistando i vaccini come gruppo – e il Giappone hanno bloccato centinaia di milioni di dosi di vaccini per se stessi”.

Commenta Nature: “La corsa è scoraggiante per gli esperti di sanità pubblica che hanno esortato a distribuire i vaccini equamente in tutto il mondo. ‘Non ci libereremo della pandemia fino a quando non ce ne libereremo ovunque’, afferma Mark Feinberg, capo dell’International Aids Vaccine Initiative a New York”.

Bill e Melinda Gates

E poi: “La situazione ricorda l’epidemia di influenza H1N1 del 2009, quando una manciata di paesi ricchi si assicurò la maggior parte delle forniture di un vaccino. Quella pandemia è stata di gran lunga più mite del Covid 19. Se i vaccini Covid 19 verranno allocati in modo errato come nel 2009, la pandemia durerà più a lungo e più persone moriranno”.

“Il principale sforzo internazionale per garantire le forniture di vaccini è un fondo comune chiamato struttura Covax, guidato da GAVI, un finanziatore con sede a Ginevra di vaccini per paesi a basso reddito, insieme a CEPI e Organizzazione Mondiale per la Sanità”.

Sia Gavi che Cepi ruotano nell’influenza della Bill & Melinda Gates Foundation, come del resto l’OMS, di cui il miliardario filantropo fondatore di Microsoft, Bill Gates, è il primo azionista privato al mondo, alle spalle degli Stati Uniti!

Prosegue Nature: “Covax ha già effettuato alcuni ordini, come un accordo per l’acquisto di 300 milioni di dosi di un vaccino sviluppato dall’Università di Oxford, nel Regno Unito, e dalla società farmaceutica britannica AstraZeneca

“Alcuni paesi a basso e medio reddito hanno stipulato accordi di acquisto anticipato. Il Brasile e l’Indonesia, ad esempio, hanno accordi per l’acquisto di milioni di dosi di vaccini che sono in fase di sperimentazione III nei loro paesi. Il Serum Institute of India, uno dei principali produttori di vaccini, ha firmato una licenza con l’Università di Oxford per produrre 1 miliardo di dosi del suo vaccino all’anno”.

“Se tutti i vaccini candidati all’avanguardia saranno approvati, entro la fine del 2021 potrebbero essere disponibili più di 10 miliardi di dosi, secondo le stime delle aziende farmaceutiche sulla loro capacità di produzione”.

 

OPACITA’ & SEGRETI

Ed è proprio per questo che Bill Gates “profetizza” l’inizio della fine della pandemia per “fine 2021”, quando cioè tutto il mondo sarà invaso dai vaccini anti Covid 19.

Prosegue il rapporto di Nature. “E’ chiaro che i costi del vaccino varieranno: gli Stati Uniti, in base ai loro accordi di acquisto, pagano meno di 4 dollari per dose per il vaccino di AstraZeneca, ma 25 dollari per ogni dose del vaccino Moderna”.

Come è possibile un tale divario? Con quale giustificazione vengono sperperate montagne di danaro pubblico per favorire questa o quella azienda? E comunque resta un dato: se gli USA avessero pagato una dose di AstraZeneca come quella di Moderna, a quanto mai sarebbero arrivati i profitti del colosso anglosvedese che già ora capeggia di gran lunga la classifica arcimiiardaria?

Al termine del dossier, la parola viene data ad un ricercatore indipendente, Duncan Matthews, specialista in brevetti e accesso ai farmaci alla Queen Mary University di Londra: “I dettagli finanziari per molti dei contratti di acquisto sono avvolti dal segreto. Le CEPI, il Regno Uniti e gli Stati Uniti hanno pagato i vaccini e finanziato la ricerca per svilupparli. Spesso si sa molto poco sui termini allegati a questi finanziamenti”

E accusa: “Cosa c’è realmente negli accordi che stanno firmando e chi avrà accesso al vaccino e a quale prezzo? Pochi lo sanno. C’è una totale mancanza di trasparenza”.

In cui sguazzano e fanno profitti miliardari le star di Big Pharma.

 

 

IL GRAFICO DI NATURE

 

 

 

 

 

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