Il mondo in confusione

Milioni di anni separano il nostro 2020 dall’era primordiale dei cavernicoli, ancora lontani dalla scoperta del fuoco, della ruota, della collettività. Siamo internauti, spediamo spie astro-super-tecnologiche su Marte, imprigioniamo l’energia solare ed eolica per sigillare i pozzi dell’oro nero, che attenta alla vita del nostro martoriato pianeta, siamo a un passo dalla ‘creazione’ di uomini e donne robotici, con cuore, fegato e perfino cervello  artificiali, generati da sofisticate stampanti in 3D, eccetera, ma…ma assistiamo inermi, o quasi, all’incoercibile invasione mondiale di un organismo virale che si dimostra più devastante del suo pur alto potenziale  infettivo per responsabilità dell’inettitudine dell’umanità, incapace di contrastare la pandemia con strategie univoche, sinergiche,  universalmente concordate. Il limite estremo del grande caos, grave per le impressionanti ed esponenzialmente crescenti cifre  di contagi e vittime del coronavirus,  è proprio la dispersione di  risorse umane e materiali frammentate, che rivela i limiti della concorrenza geopolitica di mezzo mondo, il febbrile lavorìo della ricerca parcellizzata, al fine di salire per primi sul gradino più alto del vincitore. È quanto accade in molti altri settori della concorrenza internazionale, per esempio nella corsa  astronautica per la conquista dello spazio.
Covid-19: il virus esplode in Cina, ma dove e quando?  Buio totale. Esportato, infetta ogni luogo della Terra e diventa pandemia, svela i limiti mondiali nell’accertamento del suo carico infettivo, mette in sinistra luce la totale impreparazione a contrastarlo terapeuticamente, a garantire  la tutela della vita in reparti ospedalieri idonei  per numero e specializzazione a ricoveri in terapia intensiva, denuncia le gravi conseguenze della decurtazione di risorse alla sanità pubblica, il deficit di medici e infermieri in situazioni di emergenza, di presidi sanitari di difesa, respiratori, tute e camici, mascherine. L’aspetto ben più grave della pandemia è nell’esasperazione della sovranità nazionale, nell’effetto collaterale di contrasti politico-elettorali fra Stati e istituzioni locali. L’esito del guazzabuglio in cui naviga il contrasto al coronavirus è visibile a occhio nudo per chi sa guardare: non passa giorno senza lo ‘strillo’ sul ‘miracolo’ di una sostanza antagonista del Covid e, a giorni alterni i potenti del mondo annunciano la disponibilità a breve di un vaccino. La ricerca di Stati Uniti, Russia, Cina, spalanca promettenti finestre di ottimismo e per non distanziarsi dalla routine della competizione  fra potenziali  primatisti enfatizza  la propria messa a punto di vaccini da replicare in miliardi di dosi.
E che dire della disparità di vedute e intenti dei governatori italiani, del prevalere di interessi di bottega, cioè di partito, su metodologie unificate, dei ‘no’ a direttive di governo delle regioni a guida leghista, del mancato rispetto dei ‘protocolli’ elaborati dal comitato scientifico e dal ministro della Sanità, dei negazionisti, come il provocatore Salvini, a cui si deve quasi certamente l’impennata di contagi che l’Italia aveva ridimensionato un paio di mesi fa, come l’incosciente Briatore che ha platealmente contestato la chiusura della sua discoteca Billionaire’ (zero mascherine e distanza di sicurezza), deliberata per contenere i contagi di sei suoi dipendenti risultati positivi al tampone?  Certo, c’è di peggio: la gestione da impeachment di Trump della pandemia, la spocchia di Bolzonaro, che come il tycoon Usa ha continuato a ripetere che il Covid non esiste, mentre morivano decine di connazionali, la superficialità prolungata di Boris Johnson, l’improntitudine di alcuni virologi negazionisti, l’incognita senza risposta su tempi e sicure opportunità di sconfitta definitiva della pandemia.

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