Immunità è parola che attribuita a malefatte di ‘onorevoli’ delle due Camere, colti in flagranza di reati, sono esentati dal comparire in processo per essere giudicati. Il privilegio puzza a molte miglia di distanza di abuso di potere, di furbizia collettiva di deputati e senatori pro domo sua. Non è l’unico, odioso marchingegno per sottrarsi alle conseguenze di reati d’ogni genere, incluso il parallelismo con le mafie. Negli ultimi venticinque anni, l’ha fatta franca, grazie alla prescrizione, un numero scandaloso di imputati. Nomi famosi? Andreotti, Berlusconi (finanziamento illecito, falso in bilancio, corruzione), De Benedetti, Giampiero Pesenti, uomini Fiat, Scaroni numero uno di ENI, ENEL, Luciano Moggi, Claudio Lotito, Caltagirone, eccetera, eccetera. Decine i parlamentari: Umberto Bossi, Denis Verdini, Roberto Calderoli, Beppe Grillo. Grazie alle lacune del codice, a buoni avvocati e a tribunali ingolfati dai processi, uscire indenni da imputazioni anche molto gravi è ‘legalmente’ possibile. In altre parole la prescrizione in casa Italia è una tragica farsa. Quanti reati sono estinti con questa scandalosa via di fuga dal carcere? Ogni anno 165.000, inclusi i processi per corruzione, che non conclusi, costano allo Stato 84 milioni di euro. Chi ne usufruisce: probabilmente chi ha provocato la strage di Viareggio. Prescrizione anche per i responsabili dei disastri Eternit, Porto Marghera, Licio Gelli, Mills, il caso Cassiopea, Penati, gli episodi della discarica Pitelli, Palenzona, Mose, Geronzi, Artemide, Iorio, Inter e Juventus, eccetera, eccetera. Quando non interviene il codice con le sue norme salva reati, ci pensa la Commissione parlamentare che vieta le autorizzazioni a procedere nei confronti di deputati e senatori. E siamo al dunque. Fontana e Salvini, per difendere l’indifendibile attaccano e nell’intimità dei loro pensieri nascosti contano sull’omertà di casta, sul ‘salvo te, che salverai me’, ovvero sul ‘voto di scambio’, sul tema della giustizia uguale per tutti tranne che per i politici. Di Fontana saprete certamente tutto, sommersi dalla ‘bomba’ di notizie sul caso ‘camici’, il conflitto d’interessi, l’abuso d’ufficio e così via. Ed ecco la gag del governatore leghista della Lombardia: il patrimonio messo al sicuro in Svizzera? “Eredità di mammà”. Lo dice nascondendo il naso, per ovvi motivi, dietro la mascherina anti Covid (ma in ogni caso, perché esportare denaro in Svizzera ed emettere un bonifico ingente senza motivazione, come richiede la legge). E il povero Salvini convinto sponsor di Fontana? Aggiunge una perla alla collana di indignate lamentele per essere oggetto, a suo dire, di complotti, nel caso Fontana di un attacco per vie traverse, ‘ad orologeria’, ovviamente sferrato dalla magistratura di sinistra. Il capo della Lega, che totalmente sprovveduto non è, chissà come giudica il balbettare dietro mascherina, appena intelligibile, di Fontana, che denuncia un arrampicarsi sugli specchi, da peccatore introverso senza alibi. Salvini, dicesse quel che pensa, subito dopo il ‘confiteor dovrebbe recitare, rosario tra le dita, le Ave Maria e i Pater Noster comminati per ottenere l’assoluzione dal peccato di aver ammesso al club dei leghisti Fontana, che si spera sia presto disarcionato dal ruolo per cui è negato, in quanto soggetto incompatibile con la regione leader dell’economia italiana, il più contiguo all’Europa ‘forte’. In fase di auto assoluzione fallita, Fontana afferma che con il tempo trionferà la verità. L’augurio è che non sia sinonimo di fuga dalla verità da prescrizione. Permette di chiudere con un ironico commento, alla Scarpetta, sulla vetusta mammà di Fontana, che con acume da provetta esperta in investimenti, avrebbe accumulato in un salvadanaio invidiato da Paperon dei Paperoni la ‘cifretta’ di 5 milioni e trecentomila euro, gestiti da due ‘trust’ alle Bahamas, eccelso paradiso fiscale e su come il governatore goda di depositi bancari in Svizzera per quattro milioni e 400mila euro! Vuoi vedere che la faccenda dei camici è al confronto una bazzecola?
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