Napoli: un nome c’è per Palazzo San Giacomo  

Il dopo De Magistriis crea apprensione nell’opinione pubblica che s’interroga sulla successione a Palazzo San Giacomo e in qualcuno specialmente sconcertato suggerisce l’ipotetico baratto Regione-Comune di Napoli, ovvero il ‘via libera’ a Caldoro governatore e a un sindaco erede di alto profilo del leader di Dema. Suggestione impossibile da condividere: ‘cedere’ la Regione alla destra riprodurrebbe il peggio della cattiva amministrazione, del razzismo e dell’inconcludenza che Lega e soci hanno ampiamente esibito, con l’eccezione del Veneto di Zaia, favorito dalle straordinarie qualità di una popolazione che solo per fare un esempio, dette un’eccezionale risposta alla tremenda spallata del terremoto.
Un consiglio a chi pensa che sia egoisticamente meglio avere un buon sindaco e adattarsi a subire la guida della Campania affidata a un ex governatore solo per generosità ritenuto senza infamia  e senza lode, che in questa stagione politicamente inquinata da Lega e soci sarebbe subordinato a Salvini e alla Meloni: teniamoci il governo della Regione e puntiamo per Palazzo San Giacomo a un candidato con un curriculum di grande spessore politico ed etico.
Di seguito una succinta biografia di Nino Daniele, ex assessore alla cultura del Comune, universalmente stimato e dotato di consolidata esperienza amministrativa, esponente attivo della cultura nella città dell’arte qual è Napoli: una bella persona, che ama Napoli come pochi, ne conosce qualità, attenta alla unicità di amministrare una città che soffre da sempre il vuoto di una personalità eticamente integra, decisionista, capace di interloquire autorevolmente con le istituzioni nazionali grazie a strumenti e progettazioni all’altezza della sua dimensione di culla della cultura e del potenziale produttivo di cui è stata espropriata:
Nato a Napoli nel 1953, laureato in Filosofia, è stato consigliere comunale di Napoli dal 1977 al 1993, consigliere regionale della Campania dal 1995 al 2005 e vice presidente della Giunta Regionale. Dal 2005 al 2010. Sindaco di Ercolano. Ha ricoperto l’incarico di presidente regionale e di componente della Direzione Nazionale dell’ANCI (l’associazione dei comuni italiani). Dell’Anci Campania ha diretto l’ufficio studi e formazione. Tra le leggi regionali di cui è promotore si segnala quella per la protezione e la valorizzazione del sito archeologico di Elea -Velia, la città dei filosofi, culla della cultura occidentale. Ha pubblicato tra l’altro una biografia su Filippo Turati (prefazione di Aldo Masullo); il volume “Pensare la Campania in Europa” (prefazione di Biagio De Giovanni) e la raccolta di scritti “Mezzogiorno in bilico”. Attualmente presiede l’Osservatorio sulla camorra in Campania. Presiede altresì l’associazione amici di Marcel Proust di Napoli. Con Tano Grasso e Antonio Di Florio ha pubblicato il libro “La camorra e l’antiracket” vincitore del premio “Elsa Morante” 2012 per l’impegno civile. Da sindaco di Ercolano e da Presidente della Fondazione C.I.V.E.S. ha realizzato e avviato il MAV (il Museo Archeologico Virtuale) all’unanimità considerato una delle più belle e innovative iniziative della Campania degli anni recenti. Con Fulvio Tessitore e Pasquale Villani ha curato il volume “La Campania: territorio, genti e popolazioni” (Denaro Libri). È presidente dell’Associazione antiracket “Ercolano per la legalità”.
Ha scritto numerosi interventi per giornali e riviste sui temi delle istituzioni e della vita culturale. Sugli stessi temi ha tenuto corsi e seminari organizzati da enti locali e Università.
Non è noto se Daniele accetterebbe la candidatura a sindaco, ma è forse utile sollecitarla, magari con ‘due’ righe di sollecitazione sul suo profilo Facebook

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