AGENZIA ENTRATE / L’INTERROGAZIONE DEL SENATORE ELIO LANNUTTI

Concorsi negli enti pubblici, un tema sempre più bollente. Come, per fare un solo esempio, testimonia l’autorevole intervento del costituzionalista Sabino Cassese sul “Corriere della Sera” del 20 giugno.

E torna in campo l’inchiesta pubblicata dalla Voce il 22 maggio, dedicata al super direttore dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, Ernesto Maria Ruffini. Richiamata non solo nell’interrogazione di Nugnes-Romano, come abbiamo riportato ieri.

Se ne segnala, infatti, un’altra firmata dal senatore 5 Stelle Elio Lannutti (più altri), il fondatore di una delle sigle storiche sul fronte della tutela dei diritti dei risparmiatori, la sempre battagliera Adusfeb.

Ecco, di seguito, il testo dell’interrogazione.

Elio Lannutti

 

Atto n. 4-03697

Pubblicato il 18 giugno 2020, nella seduta n. 231

LANNUTTI , PAVANELLI , ANGRISANI , ROMANO , DONNO – Al Ministro dell’economia e delle finanze. –

Premesso che:

Ernesto Maria Ruffini nel 2015 è stato nominato amministratore delegato di Equitalia e nell’anno successivo presidente della stessa;

nel 2017 il Governo pro tempore Gentiloni lo ha scelto come direttore dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, incarico che ha lasciato il 4 settembre 2018, sostituito dal generale Antonino Maggiore;

il 31 gennaio 2020 lo stesso Ruffini è stato nuovamente posto a capo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione;

considerato che, secondo il periodico d’inchiesta “La voce delle voci” del 22 maggio 2020, Ruffini nell’anno e cinque mesi in cui non è stato direttore dell’Agenzia Entrate-Riscossione avrebbe ripreso la sua attività di avvocato, patrocinando interessi in conflitto proprio con l’Agenzia, come ad esempio quando ha patrocinato la causa della società Amifin (perdendo il ricorso), oppure quella della Banca di Viterbo Credito cooperativo (vincendo la causa);

inoltre, a quanto risulta all’interrogante, come denunciato da Dirpubblica (la Federazione del pubblico impiego), l’ultima nomina di Ruffini al ruolo di direttore dell’Agenzia Entrate-Riscossione sarebbe in contrasto col decreto-legge n. 78 del 2015 e la sentenza n. 37 del 17 marzo 2015 della Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittime le norme che prevedono il conferimento di incarichi dirigenziali in favore di funzionari privi della relativa qualifica, per non aver mai superato un corso per dirigenti, come è accaduto appunto a Ruffini;

considerato infine che:

nonostante il TAR del Lazio, con sentenza n. 8990 del 16 agosto 2018, abbia accolto il ricorso di Dirpubblica e quindi obbligato l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a bandire il concorso per 403 posti da dirigente da concludere entro il 31 dicembre del 2018, nel termine cioè da ultimo prorogato dalla legge n. 205 del 2017, l’Agenzia finora ha disatteso la sentenza, non bandendo alcun concorso;

lo stesso Ruffini ha ignorato la sentenza, in quanto ha nominato per posizioni organizzative di elevata responsabilità (POER) dirigenti, senza passare da un concorso,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza degli eventi descritti;

se non ritenga Ernesto Maria Ruffini in posizione di conflitto di interesse per aver operato contro l’Agenzia, della quale era stato al vertice;

se non ritenga inopportuna la nomina di Ruffini del 2020, che lo ha visto nuovamente a capo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, in quanto sia la Corte costituzionale sia il TAR del Lazio hanno bocciato i provvedimenti di nomina di dirigenti privi di qualifica, come risulterebbe essere Ruffini;

quali interventi di propria competenza voglia assumere per allontanare dai vertici dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione chi non rispetta le sentenze della Corte costituzionale e del TAR, ledendo diritti e in dispregio alle norme.

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