Io ‘me ne frego’

Costituzione Italiana, articoli 3 e 8. Il 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche…”. L’8: “Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge. Le religioni diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, purché non in contrasto con l’ordinamento giuridico italiano”.
Tale Susanna Ceccardi, indegna europarlamentare pisana, proclama: “no assoluto alla moschea, pronta a incatenarmi” ed è il risultato dell’atteggiamento razzista che i nazifascisti sottolineano con il “me ne frego”, nella circostanza in spregio alla Costituzione. La tizia pronuncia il suo anatema perfino in dissonanza con Conti, sindaco di centro destra della città toscana, invece intenzionato a dialogare con la comunità islamica. La suddita di Salvini: “raccolgo le firme da 10 anni a Pisa su questa questione e i cittadini si sono affidati a noi, nel 2018, anche perché portavamo avanti questa idea”. Balle, i pisani avranno anche preso un abbaglio elettorale, ma nella loro storia c’è ben altro. Il delirio della leghista si perfeziona così: “Nessuno si merita di avere una moschea accanto alla propria casa in un momento storico come quello che stiamo vivendo, dove le priorità sono altre, come il sostegno economico ai cittadini, affamati, sempre più poveri e senza lavoro”. Elucubrazioni da manicomio, che avalla Salvini, campione di truce intolleranza: “Il no alla moschea a Pisa era e rimane un impegno della Lega con la città”.
Tutto il marcio di una società che in questa sua stagione malata continua ad essere lodata, a torto, come esempio di democrazia avanzata, ovvero gli Stati Uniti d’America, emerge da quando ha scelto di mettere il Paese nelle mani di un presidente razzista, complice del potere saldamente detenuto da fabbricanti di armi, multinazionali del petrolio e della farmaceutica, del teorico dell’autarchia americana. C’è corresponsabilità del tycoon negli omicidi di neri che hanno mobilitato mezzo mondo contro l’odio razziale alla base delle violenze brutali di poliziotti? Sì, quanto meno indirettamente. Gli assassini in divisa sono emanazione del suprematismo di cui Trump è ispiratore, trasmesso agli americani con il placet del ‘fatti giustizia da te’, dell’accesso facile a ogni tipo di armi, delle diseguaglianze sociali.  Il mondo lo ha capito, lo ha capito la parte sana del popolo americano. L’incognita è: quanto è accaduto negli anni di presidenza repubblicana a guida del peggiore presidente toccato agli Stati Uniti, influenzerà il voto delle prossime presidenziali? Lo sdegno per la tracotanza di Trump, che nel pieno della protesta di piazza ha ordinato alla polizia di sparare sui manifestanti, darà il via alla svolta democratica dell’America? Altro quesito: in attesa che gli americani compiano la scelta di insediare alla Casa Bianca un presidente erede politico di Obama, gli organismi internazionali come l’Onu e i governi di Paesi a guida democratica, smetteranno di considerare alleato privilegiato il Paese che non rispetta il fondamentale principio dei diritti umani?

Sono in corso gli Stati Generali, voluti da Conte per disegnare il futuro dell’Italia. Presenze prestigiose della Comunità europea. Sugli esiti dell’incontro di vertice, che conferma la buona disposizione nei nostri confronti, tradotta in generosi finanziamenti, ci sarà una messe abbondante di informazioni e commenti. In via preventiva ecco le risposte velenose dell’opposizione all’invito di Conte di partecipare all’importante meeting.   Giorgia Meloni: “Fiera di non aver partecipato a questa messinscena”. Salvini: “Chiacchiere del Governo in una villa romana, anziché in una sede istituzionale”. Tajani: “Eravamo favorevoli a un incontro a Palazzo Chigi prima degli Stati Generali. Avevamo già presentato un pacchetto di proposte come Forza Italia, perché temevamo che il tutto si trasformasse in quello che la Repubblica descrive come il reality del potere. L’ironia pungente di Renzi: “Salvini ha spiegato il programma al Papeete e  ignora che Villa Pamphilj è la seconda sede di rappresentanza della presidenza del consiglio. Abbiamo messo in quarantena 60 milioni di italiani. Ora sarebbe bene che i politici mettessero in quarantena le polemiche.

Buon per la chiesa, per i parroci e loro aggregati: le vecchie signore, quelle del rosario quotidiano recitato in contemporanea con le suore della iper cattolica Tv2000, in vista di accedere alla vita post terrena affidano al notaio le ultime volontà. Con alte percentuali statistiche soldi e beni finiscono per alimentare tesori e tesoretti dei preti, ma chi ha tempo da perdere ha curiosato altrove e rivela all’opinione pubblica le disposizioni testamentarie di alcuni Vip. Eccole: Leona Helmsley, imprenditrice statunitense: 10 milioni di dollari al fratello, 5 al nipote e al cane 12 milioni; si contano a migliaia i partecipanti a colloqui per essere assunti come ‘badante’ per il cane Paperon dei Paperoni che si esprime con ritmici bau-bau di legittima soddisfazione.  Magro bottino per la vedova di Houdini. L’illusionista le ha lasciato il compito di guidare sedute spiritiche ogni 31 ottobre, data del suo compleanno. Quel bel tomo di Napoleone chiese che dopo la sua morte gli venisse rasata la testa e che i capelli fossero distribuiti agli amici.  Nello spazio, per sua volontà, sono state disperse le ceneri di Roddenberry, creatore di Star Trek. Ancora amore per i cani: lo stilista Mc Queen ha arricchito il suo lasciandogli in eredità 75 mila dollari. Cani, ma anche gatti. La cantante Springfield ha chiesto che dopo morta il suo gatto Nicholas venisse alimentato con cibo per neonati, che gli fosse regalata una casa su un albero e che ascoltasse le sue canzoni. E poi, neanche un centesimo, a moglie e figli, del celebre attore Mickey Rooney, mentre Il filosofo Bentham si è fatto imbalsamare. Ancora sull’amore per i cani. 30 milioni di dollari messi da parte della nota conduttrice e autrice televisiva Winfrey per il suo amico a quattro zampe. Insomma, dobbiamo cancellare dai detti popolari quello bugiardo di “vita da cani”.

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