MONTE PASCHI / LO STATO COMPRA I SUOI DEBITI…

Scandalo continuo al Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica ma anche la più sforacchiata del nostro Paese che ha gettato in un pozzo senza fine miliardi e miliardi dei contribuenti italiani.

Una vergogna di Stato.

Dopo le maxi elargizioni del passato che hanno evitato un crac di dimensioni colossali, eccoci all’ultimo atto della sceneggiata.

E’ ancora una volta lo Stato a piazzare la pezza a colori miliardari, facendo acquistare ad AMCO, controllata al 100 per cento dal Tesoro, 10 miliardi di “monnezza”, le cosiddette sofferenze, ovvero i crediti di difficile esigibilità.

Per la serie: lo Stato compra con i suoi soldi (dei cittadini) i “rifiuti finanziari” dell’istituto di credito che ormai controlla (il 68 per cento) a furia d’immissioni di valanghe di denari pubblici.

In questo modo, MPS si libera una volta per tutte (dopo una sceneggiata cominciata 12 anni fa, con la crisi del 2008) di quei crediti erogati con gran disinvoltura, per via di una scellerata politica su cui ancora oggi occorre far luce. Lo testimonia, tra l’altro, il giallo della morte di David Rossi, mai risolto e del quale abbiamo scritto nell’articolo del 31 maggio.

Ma adesso c’è un altro giallo. E riguarda la “valutazione” di quella ultima montagna di crediti-monnezza. La cifra in ballo è pari ad una montagna da 11 miliardi e mezzo di euro, ma è stata iscritta a bilancio per la metà. Anche se è noto che la possibilità di rientro è pari al 30-40 per cento in media.

A questo punto qualcuno – per forza di cose – ci perde. Perché la cifra non corrisponde mai a quanto in effetti dopo mesi e mesi (anche anni) per il lavoro di recupero, effettivamente rientra in cassa.

Ma può darsi che qualcuno creda nei miracoli. Come quelli messi a segno negli ultimi vent’anni dalla SGA, che un anno e mezzo fa si è trasformata in AMCO.

La storia di SGA comincia più di vent’anni fa, quando la Società Gestione Affari viene partorita per occuparsi della valanga di sofferenze dell’ex Banco di Napoli, a sua volta venduto per un piatto di lenticchie a BNL, la quale poi fece l’affare del secolo rivendendolo neanche un anno dopo a 100 volte tanto ed evitando lo scandalo per il crac della filiale di Atlanta. Un altro mistero mai chiarito e sul quale la magistratura mai ha pensato di far luce.

Ma SGA, con un lavoro certosino, è riuscita a recuperare una buona fetta di quei crediti incagliati, diventando man mano una gallina dalle uova d’oro. E per questo il governo guidato da Matteo Renzi pensò bene di incamerarne i “recuperi”. Nessuno, anche stavolta, ha mai capito la genesi dell’ennesimo “miracolo”.

Viste le mirabolanti imprese, a SGA-AMCO viene anche affidato il compito di recuperare quel che è possibile sul fronte delle sofferenze delle banche venete.

Adesso la “pietanza” senese.

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