Cieli tersi, mari trasparenti: un futuro così?

Il tema dominante del dopo Cobvid-19 è tenuto in sordina per carenza di opinioni autorevoli e inappellabili, ma appassiona comunque il mondo, sotto choc, costretto in un amen a fare i conti con la fragilità del genere umano. La domanda in due parole: “saremo migliori?”
Delude la consapevolezza di quanto sia sovradimensionata l’autostima mondiale per il procedere a grandi falcate della società tecnologica. Del bluff, svelato dal navigare comunque con poco in poppa nel mare insidioso della vulnerabilità, è colpevole un invisibile, misterioso nemico, che aggredisce il primo step del terzo millennio con un duplice colpo di maglio al delicato equilibrio socio-economico del pianeta. Il sonoro ceffone mette a nudo il peggio e il meglio del genere umano.
Sorprende l’esito del tutti a casa, dello stop al traffico privato di terra, cielo e mare, delle ciminiere spente. Abbiano ridisegnato l’Italia: cieli tersi, acque di mari, laghi e fiumi limpide, trasparenti, l’assordante ‘rumore’ del silenzio. E rivoluzione dei comportamenti: disciplina, rispetto del bene proprio e altrui, italianità solidale, eroismo diffuso, generosità collettiva, solidarietà capillare, exploit creativi.
La coscienza del ‘già fatto’ e dell’impegnativo ‘che fare’: vengono al proscenio le eccellenze della scienza, ma sono voci nel deserto per deficit di lungimiranza del sistema sanitario in vista di pandemie cicliche. È clamoroso il default, conseguenza dei tagli alla sanità, del rapace dispotismo dell’industria farmaceutica, teso al profitto speculativo, incombe l’individualismo secessionista delle Regioni, ma è stoico l’eroismo di medici e infermieri, di chi ha continuato a produrre e a distribuire i beni di prima necessità.
Faremo tesoro di tutto questo? Una futura pandemia avrà vita difficile? Il mondo ha imparato a neutralizzare la ‘cattiveria’ dei coronavirus, o un attimo dopo aver sconfitto il Covid-19l torneremo umanità di sempre, imprevidente, superficiale, discriminante, approssimativa, aggressiva, egoista, inquinante, individualista?
Come sempre, emerge la contrapposizione tra estremi e nel mezzo naviga, per ora senza la bussola, chi gode del credito di lettore specialista dei comportamenti, delle risposte a macro eventi qual è una pandemia. La psicologia per il momento vota scheda bianca, non si espone a interpretazioni preventive, dice e non dice. Ai due lati della prudente incertezza, si sfidano il pessimismo e l’ottimismo della ragione. “Saremo migliori” è il pronostico degli ‘innovatori’, convinti della rivoluzione ‘lavoro ‘a distanza’ via internet, del triciclo e delle biciclette elettriche al posto dell’auto, del ritrovato rispetto per la natura, della bontà solidale; su sponda opposta è ferma convinzione che tutto tornerà come prima. Trump negherà all’America l’assistenza sanitaria gratuita, la Cina produrrà ed esporterà in tutto il pianeta mascherine difensive, la Lombardia, dovesse durare il governatorato del leghista Fontana, proseguirà nella letale politica della sanità privata, in Europa sarà un miraggio l’interesse comune da contrapporre ai mostri Usa-Cina e tra non molto dell’India, il socialismo di papa Francesco sarà  una goccia, per quanto voluminosa, in caduta libera nel fiume in piena del Clero ostile alla sanificazione morale della Chiesa.

Dell’incertezza traggono vantaggio i presunti veggenti, chi vanta   relazioni intime con le stelle per immaginare il futuro immediato di Ariete, Pesci, Toro, Vergine… e chi disserta su amore, lavoro e salute spacciandosi per ‘tale e quale’ di Nostradamus e del ‘divino mago Thelma’. A noi laici, affetti dalla patologia dello scetticismo a oltranza , basterebbe sapere se alla fase 2 del programma antivirus seguirà la terza e poi l’ultima, decisiva, la normalità perduta


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