A quando il Quirinale?

Tanto tuonò…che…non piovve. Dobbiamo sopportare e temiamo, sarà così in eterno, le distorsioni del famigerato manuale Cencelli, dogma interpartitico della spartizione polverizzata di ogni segmento anche minimo della società italiana che sia potenzialmente dispensatore di potere. Figuriamoci se la Rai di può sottrarre a questo ‘magna-magna’. E allora: gli uomini che i partiti spediscono al vertice decisionale del ‘questo a me, quello a te’ hanno di nuovo complottato e dal perverso disegno di finti compromessi esce con le ossa rotte la componente dem del governo giallorosso. Ma come? Il Tg1, noto ufficio stampa della destra, conferma direzione e linea editoriale. Non è certo una buona notizia per la sinistra. Al Tg2 resta in sella il superleghista destrorso Sangiuliano, che non finge neppure di dirigere in regime di par condicio e gode del triplice gradimento di Salvini, Meloni, Berlusconi. La partita del 5Stelle con le nomine Rai finisce in parità. Vince con Di Mare, neo direttore di Rai3, perde con la Paterniti, dirottata a un ruolo solo teoricamente prestigioso di supervisione dell’informazione, ma la spettacolarità funambolica del ‘sempre presente’ spetta al neo direttore del Tg3 Mario Orfeo (sgradito ai grillini), che in sintesi, per godere di vento in poppa in quanto ex Dc, della spinta di  potenti amicizie (Napolitano, Caltagirone, D’Alema, Casini, Carfagna) e di padrini come Berlusconi, Gubitosi, Masi, esibisce questo prodigioso percorso professionale: da semplice avventizio del modesto ‘Napoli notte’ a cronista tuttofare  di ‘la Repubblica’, edizione napoletana. Espatria in quel di Roma, ed è promosso di colpo caporedattore del giornale fondato da Scalfari. Sotto tutela di Caltagirone, torna all’ombra del Vesuvio per dirigere il ‘Mattino’, poi da globetrotter del giornalismo, torna nella capitale alla direzione del ‘Messaggero’ e rischia di guidare il prestigioso Corriere delle Sera. Lo ‘scopre’ la Rai e in successione frenetica ecco gli ingaggi: 2009-2011 direttore del Tg2, 2012-2017 direttore del Tg1, 20217-2018 direttore generale della Rai e per ora, per grazia ricevuta di viale Mazzini, neo direttore del Tg3. I bene informati prevedono che sia il trampolino di lancio per il successivo ruolo di presidente della Rai e chissà di erede di Mattarella. Chapeau. Se rinascesse, Leonardo Da Vinci sostituirebbe d’acchito il suo celebre Vitruviano con l’effige dell’onnipresente, onnipotente, tuttologo Orfeo.
L’occupazione bulgara di Lega e Fratelli d’Italia dei media televisivi (Tg1, Tg2, tutti i Tg di Mediaset e gran parte delle emittenti private locali) insorge e chiede la ghigliottina per Federica Sciarelli e il suo ‘Chi l’ha visto?’ L’accusa è nientemeno che di “Sciacallaggio in diretta nazionale” a cui fanno seguito un’interrogazione, un esposto all’Agcon e una querela della conduttrice. Di che si tratta. Dice la Lega: la Sciarelli ha diffamato la regione Lombardia (quella s-governata dal leghista Fontana, che privilegiando la sanità privata su quella pubblica non ha affrontato adeguatamente l’epidemia di Covid-19) per aver letto la mail di una spettatrice che attribuisce a un esponente della Lega l’invito a impiccare Silvia Romano, la cooperante liberata in Somalia. Nell’esposto si afferma che l’autore della minaccia non è un tesserato della Lega (sarà vero, ma la domanda è: pur se non tesserato è un leghista?). Tale Massimiliano Capitanio, segretario leghista della Commissione di vigilanza Rai, lui sì, minaccia la Sciarelli: “Se redazione e conduttrice, hanno deciso di diffamare e attaccare la Lombardia e Lega nel tentativo di farci sparire, sappiano che non tollereremo questo squadrismo mediatico”. Ben detto, loro sì che di squadrismo se ne intendono.

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