Il disonorevole Alessandro

Nella costituzione scritta dai ‘padri della patria’, appena dopo aver liberato l’Italia dalle scorie putride del fascismo, nessuno dei partecipanti alla stesura di un documento di altissimo livello istituzionale, ha ipotizzato che settantacinque anni più tardi la destra xenofoba, razzista, neofascista della Lega Nord (l’attributo nord è sparito solo per mera convenienza elettorale, non di fatto) il Paese avrebbe dovuto guardarsi da rigurgiti del famigerato ‘Ventennio’, purtroppo impuniti per eccessi di tolleranza democratica.
La ricaduta sull’emergenza Covid-19 è solo un capitolo della iattura che inquina immagine e sostanza dell’Italia che si è difesa esemplarmente dalla pandemia. La Lega e i suoi beceri alleati hanno aggredito strumentalmente i vertici della regia, che ha operato per uscire dal baratro di contagiati e vittime del coronavirus, con il cinico obiettivo di trarne vantaggi elettorali. Nessuna sorpresa, il disfattismo è nel dna della destra. Di qui le aggressioni al governo, l’irresponsabile richiesta di dimissioni del premier, che spende quasi tutte le 24 ore delle sue stressanti giornate per impedire che le emergenze sanitaria ed economica provochino danni irreversibili alla salute dell’Italia. Di qui gli attacchi ai ritardi nel trasformare le risorse interne ed europee in sostegno a imprese e famiglie, fingendo di ignorare, che nessun governo fino al momento di questo super impegnativo test antivirus, ha risolto il grave problema di lentezze operative provocate dalla farraginosa macchina della burocrazia. Valpadani e soci del consorzio, dei satelliti che ruotano intorno alla Lega, vecchi (Meloni) e nuovi (Berlusconi), mossi da burattinai recitano a memoria il copione della militanza dalla parte del popolo e calpestano il principio universale della solidarietà ‘tutti per uno, uno per tutti’ percorsa in altri luoghi del mondo in casi analoghi alla pandemia da coronavirus, cioè in emergenza. Accade per   i terremoti, le alluvioni, gli incendi devastanti.
C’è di peggio e si deve ai cosiddetti cani sciolti della Lega, che in nome della captatio benevolentiae, oltrepassano perfino il ricorso a insulti, parolacce e vomitevoli esternazioni del loro numero uno. È accaduto a un suo dis-onorevole deputato, a tale Alessandro Pagano, che nell’aula di Montecitorio, nel corso di un stizzito intervento, ha  osato accostare l’assenza delle istituzioni ai funerali di un poliziotto ucciso dal Covid-9, alla presenza di ministri all’arrivo in Italia della neo terrorista Silvia Romano. Proprio così, “neo terrorista”. In aula grida di protesta e il monito di Mara Carfagna, presidente di turno della camera che ha stigmatizzato il comportamento del deputato. Tra tanti commenti indignati per l’ignobile sortita del leghista il giudizio lapidario di Matteo Orfini (Pd): “Vecchi razzisti e squalidi sessisti”.

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