“Torna, ’sta casa aspetta a te…”

La pressione dell’economy system somiglia al giustizialismo che non sente ragioni e spara alla schiena a un ladro anche se in fuga dal luogo del misfatto. L’ideologia dei giustizieri della notte non conosce confini. È prassi legalizzata nell’America di Trump, conosce interpretazioni parallele nella Cina di Tienanmen, nel dispotismo violento di Erdogan, nel sopravvivere dell’omicidio camuffato da pena di morte in mezzo mondo. Paragone azzardato? Lo ammetto, ma non sic et simpliciter. Nell’emisfero europeo i governi a prevalenza democratica dovrebbero dettare tempi e modi dell’esodo dal Covid-19, subordinandolo a livelli di sicurezza totale, certificati all’unanimità dalla scienza dei virologi e senza un’ombra di dubbio. Protagonista del futuro prossimo sembra invece l’impellenza di ripartire con il trainante quanto disomogeneo polo della produttività. L’essere o non esseredi Trump, Merkel, Macron, Johnson, Conte, subisce il potere di soliti e insoliti noti: petrolieri, multinazionali, imprese planetarie, e in fila indiana, guidato da legittime motivazioni l’immenso stuolo di artigiani, commercianti, ambulanti, lavoratori in nero, colf e badanti, professionisti prossimi, categorie prossime a una crisi inedita, catastrofica che oltre alla sua  tragica contemporaneità, prospetta un futuro buio più della notte.
Capi di Stato, premier, governatori, sindaci, ne hanno consapevolezza, ma sono obbligati a sottoporre alla valutazione della scienza ogni incognita relativa a ‘liberatorie’ nei confronti delle restrizioni anti virus. In Italia nel frattempo, le scelte brancolano in un labirinto senza vie d’uscita e non per inerzia o incompetenza del governo. C’è cauto ottimismo nell’informazione sul trend della pandemia, con significative variabili territoriali. Ancora non siamo al contagio e alla mortalità zero, ai reparti di terapia intensiva totalmente deserti e meno che mai al presunto letargo primavera-estate del Covid-19, ma il picco della pandemia è alle spalle e non dovrebbe fa più impennarsi, se non derogheremo dalle norme sulla sicurezza.
Domani, 4 Maggio, in nome della tradizione, sarebbe il giorno dei traslochi, di chi lasca la via vecchia per la nuova (casa). In corso di coronavirus, si può comunque scommettere che le imprese di settore hanno riparato camion e scale in garage. All’opposto treni, aerei, auto private, saranno iperattivi, per il consistente ritorno a casa di chi è stato bloccato altrove dal Covid-19, dei lavoratori pendolari, di familiari che si ricongiungono. Ieri, a detta dei celebranti, nel duomo deserto di Napoli il sangue di San Gennaro si sarebbe sciolto. Peccato che il partono di Napoli lo abbia fatto senza il sonoro accompagnamento delle fedeli, che gli avrebbero chiesto di azzerare anche gli ultimi contagi in Campania (un’ottantina), ma soprattutto le molte decine che ancora registrano alcune regioni del Nord. Senza un miracolo l’attesa per l’esito della cosiddetta fase 2 della pandemia, che piaccia o no ad alcuni governatori a caccia di consensi, è ansia pura. Preoccupano e seriamente un paio di dietrofront a cui sono state costrette Germania e Francia per aver allentato le norme di restrizione e aver dovuto aggiornare le statistiche con dati di nuovo in aumento di contagiati, malati in terapia intensiva, deceduti.
Da domani tre milioni gli italiani raggiungeranno altre regioni per motivi di lavoro, di necessità, per tornare ai luoghi di residenza, per ricongiungersi a parenti e amici. Inutile raffigurare in dettaglio quanto sia problematico gestire questo complesso sommovimento, Si teme l’eventualità di trasferimento dei contagi in territori che ne sono esenti o dove residuano casi di coronavirus circoscritti, sotto controllo. Preoccupa e non è pessimismo irragionevole il timore dei controlli ‘a campione’ per individuare soggetti che potrebbero diffondere il contagio. A quanti sarà misurata la temperatura, a uno su due, tre, dieci?  E gli asintomatici?  È una bufala la notizia che il governo concede alle persone molta più libertà di regolarsi da sole?  Fosse così ci potremmo aspettare uno sciagurato ritorno all’emergenza, diffusa anche dove è stata fortunatamente superata.

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