Quando ‘dottore’ è troppo

Signor Giuseppe Carboni,
come vede non mi rivolgo a lei con il canonico ‘dottor’ e per una buona ragione, che le rivelo brevemente, a legittimare il semplice ‘signor’ di questa lettera aperta. Spero concordi sul presupposto che ‘dottore’ è diretta derivazione dall’aggettivo ‘dotto’, sinonimo di erudito, che nella grande maggioranza dei casi si completa con doti connesse. Oltre alla competenza, nell’ambito specifico del giornalismo si coniuga anche con completezza espositiva e specialmente con la preziosa, fondamentale dote della correttezza, della obiettività. Ne consegue: l’esigenza di chi paga con disciplina e buona disposizione il canone Rai, è che l’informazione della televisione pubblica sia obbligata a interpretare a pieno titolo le qualità elencate e senza alcuna deroga, cioè scevra da ‘licenze mediatiche’.  Lei mi dirà: ‘Ma dalla sua nascita il servizio pubblico televisivo è stato strumento di propaganda dei partiti, dal monolitico dominio democristiano alle spartizioni destra-centro-sinistra e così risponderebbe a chi ingenuamente si chiede il perché di tre radio e tre telegiornali, di tre reti e dell’uso selvaggio del manuale Cencelli nel comporre il mosaico delle cariche ai vertici di viale Mazzini. Tutto vero, ma l’occupazione bulgara della destra, appena saltata sul treno del governo giallo verde, alimenta l’indignazione per i suoi eccessi record di faziosità, addirittura plateali nella presenza seriale di Salvini-Meloni, con integrazione in corsa di Forza Italia, allorché si è consegnata alla destra nel tentativo di non sparire del tutto.
Sarebbe abbastanza per giustificare l’esordio ‘signor Carboni della lettera, ma lei offre altro a questa dichiarazione di sfiducia nei suoi confronti e di quanti dell’organico redazionale del Tg1 l’hanno assecondata e accettato passivamente lo spot quotidiano di propaganda per l’attuale opposizione. Allorché si è disfatto il sodalizio 5Stelle-Lega e il colore dell’esecutivo è diventato giallorosso il suo giornale ha osato moltiplicare spazi e tempi riservati a leghisti e soci, in sinergia con lo schieramento a tutto campo di Vespa, tifoso di antica e attuale evidenza di quanto ha contiguità con la destra. Per fortuna Napoli può fregarsene delle sue omissioni e tifa perché presto anche il Nord sia nella condizione auspicata di zero decessi e zero contagi.
Mi potrebbe chiedere, e allora? A cosa porta questa requisitoria anti Tg1? L’accontenta. Alle migliaia di episodi che confermano quanto descritto aggancio l’ultimo suo sgarbo professionale oltre che istituzionale: Il giornale di maggior ascolto, ieri sera, 20 Aprile, come accade oramai da mesi, ha raccontato con dovizia di immagini, interviste, documenti, analisi, il Coronavirus. Per dire di quanto accade a Napoli, mi consenta ho esperienza in merito, erano sufficienti 30 secondi, magari con il supporto dell’immagine dell’ospedale Cotugno per dire “A Napoli decessi zero da quattro giorni e zero contagi da 24 ore”. Neanche una parola signor Carboni e per dirla tutta era assolutamente giustificato inaugurare le news su Covid-19 con la stupefacente notizia, ma ignorarla merita la duplice denuncia di incompetenza professionale e di censura leghista, perché legata al bollettino dei morti di Milano e delle regioni del Nord il confronto sarebbe apparso clamoroso e sgradito ai referenti di Lega e soci. Tanto le dovevo, buon lavoro.

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