PROTEZIONE CIVILE / MASCHERINE IN ARRIVO? MA CHISSENEFREGA

Protezione civile killer.

Aveva in mano un ordine per l’arrivo di un super carico di mascherine dalla Cina, prima che scoppiasse la pandemia, e non ha saputo farlo giungere a destinazione.

Anzi, ha fatto in modo che venisse rispedito al mittente.

Una storia ai confini della realtà, che vede in campo il numero uno della Protezione (in)civile, Angelo Borrelli, il quale nel corso della ormai inutile e indecente conferenza stampa delle 18 farebbe bene a spiegare cosa è successo a fine febbraio, quando era in procinto di partire dalla Cina un grossissimo quantitativo di mascherine, in grado di far fronte all’emergenza che dopo alcuni giorni sarebbe scoppiata in Italia.

Ma chissenefrega, Borrelli ha ben altro da cazzeggiare.

L’operazione, avviata grazie ai buoni rapporti tra alcune università dei due paesi, è stata stoppata il 4 marzo, giorno in cui dovevano arrivare in Cina le adeguate garanzie finanziarie garantite dall’Italia, visto che il pagamento non veniva effettuato mediante un normale bonifico bancario.

Ma cosa succede? La rituale fidejussione, cioè la garanzia, non viene fornita da un organismo statale, quindi pienamente affidabile, oppure da una banca di primaria importanza e di consolidato prestigio.

Ma da una sigla privata, una società a responsabilità limitata che si occupa da import export di giocattoli.

Si chiama Apogeo srl, costantemente alle prese con le spedizioni di oggettistica da regalo, dai cavatappi alle statuine, dagli ombrelli agli orologi. Una specialità è poi la fornitura di prodotti in occasione di fiere e convegni.

Con questo pedigree Apogeo è accreditata dalla Protezione civile, che si serve della srl per assicurare i fornitori – in questo caso la Cina – sul pagamento a venire.

A quanto pare, però, i cinesi non si sono fidati, dopo aver dato una scorsa all’oggetto sociale della sigla, come facilmente consultabile attraverso il Registro ufficiale delle Società in qualunque Camera di commercio e, of course, in via telematica.

Il carico, quindi, è tornato in Cina, dopo essere passato per India, Turchia e Francia.

Una figura di merda a livello mondiale per la Protezione (sic) di casa nostra.

E un’occasione clamorosamente perduta per dotare il nostro Paese di un grosso quantitativo di mascherine prima che scoppiasse la mortale pandemia.

Chi paga – stavolta – il conto?


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