Lo sgarro

Giusta l’indignazione, il je accuse alla Napoli dell’indisciplina, dell’incoscienza, di uno status anarchico da insofferenza alle regole, probabilmente ereditato dai predecessori, che si opposero con l’arma della strafottenza ribelle agli editti degli invasori, francesi e spagnoli, insomma all’ ‘autorità’ repressiva contestata dai ‘masaniello’. Giusto anche mostrare all’Italia che piange i suoi morti da virus l’attentato alla vita dei napoletani che rischiano di  replicare la tragedia del Nord in un contesto sociosanitario di gran lunga inferiore. Inverosimili, ma autentiche, le immagini del brulicare di esseri stolti nel mercato della Pignasecca e in altri luoghi della città ‘popolare’: questa gente a stretto contatto e priva di protezioni, nella strada che ospita l’ospedale dei Pellegrini, le stazioni della Cumana  e della funicolare di Montesanto, a pochi passi dalla piazza Dante, è un manipolo di ono potenziali ‘untori’ del coronavirus. Ppunto. La trasgressione non è meno grave in altri luoghi urbani: quartieri spagnoli, Materdei, Capodimonte, i dintorni della zona collinare ospedaliera.
La responsabilità dello sgarro è fuori discussione, ma include il coordinamento  nazionale degli interventi per contenere il contagio. In presenza di una folla di trasgressori, che hanno eluso l’ordinanza del governo e hanno invaso interi quartieri di Napoli, è mancata la risposta repressiva delle Forze dell’Ordine, integrate dai militari.
Possibile che nessuno ai vertici delle istituzioni si sia reso conto tempestivamente di quanto accadeva sotto i loro occhi?
Il danno si è compiuto e c’è da sperare solo le conseguenze siano contenute. Non fosse così, Napoli avrà scritto una pagina di cronaca molto nera sulla pandemia. Sullo sfondo incombe il tutto esaurito di posti letto negli ospedali Cotugno e Loreto Mare.

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