L’Unione Europea continua ad investire milioni con la pala per migliorare i servizi di trasporti nell’area metropolitana di Napoli ma tutto resta come prima. Inefficienze, caos e trasporti pubblici regolarmente in ginocchio.
E’ l’impietosa radiografia effettuata dalla Corte dei Conti della UE sulla base di singoli report preparati dopo aver visitato 8 città in 4 paesi europei (Germania, Italia, Polonia e Spagna) ed aver esaminato, in particolare, la riduzione nel numero delle auto circolanti e l’abbattimento dei livelli di inquinamento.
Da noi – ed a Napoli in particolare – peggio che andar di notte.
Nonostante la mole degli investimenti europei per l’acquisto di nuovi mezzi su gomma, a Napoli e nel suo hinterland metropolitano l’età media del parco vetture è cresciuta, dal 2013 al 2018, passando da 12,1 a 13,4 anni. Il ritmo del rinnovo delle vetture – di tutta evidenza – non è stato sufficiente ad assicurare la sostituzione di tutti i mezzi più vecchi con quelli nuovi.
I progetti cofinanziati dalla UE a Napoli per incrementare l’uso degli autobus – sottolinea la Corte dei Conti – “hanno subito notevoli e sensibili ritardi”.
Quindi a poco sono serviti, per fare un solo, macroscopico esempio, gli ultimi 573 milioni stanziati per la Linea 1 della metropolitana di Napoli e 14 milioni per l’acquisto di nuovi autobus ad uso cittadino.
Un vero pozzo senza fine, le linee 1 e 6 del metrò partenopeo, capaci di inghiottire soldi senza fine (il totale è ormai incalcolabile), lavori iniziati addirittura nel 1976 quando rombavano le ruspe dei “ruspanti” casalesi, in mezzo a progetti taroccati, finte gare, big del mattone e imprese di camorra: solo per spendere fiumi di danari pubblici e scempiare l’ambiente (in particolare il centro storico di Napoli) come peggio non si sarebbe mai potuto.
Mentre la magistratura – in quarant’anni e passa – è stata regolarmente a guardare….
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