Nuovi guai per Piccirillo, l’editore di TV Luna arrestato per truffe al sistema sanitario

Nuove tegole giudiziarie si abbattono sull’editore del circuito televisivo Tv Luna Pasquale Piccirillo. Il dentista-editore già nelle scorse settimane era stato raggiunto dalla confisca di beni per ben 25 milioni di euro con un provvedimento convalidato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vedere su richiesta della Procura della Repubblica guidata dal procuratore capo Maria Antonietta Troncone. Proprio sulla base di quelle indagini l’8 marzo 2018 a Piccirillo erano stati sequestrati i beni confiscati una settimana fa, con l’aggravante delle misure ex articolo 1 del Codice Antimafia. Nel dispositivo di confisca veniva prescritta a suo carico anche la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per due anni.

Nel settore televisivo Piccirillo, arrestato oggi dalla stessa Procura sammaritana con l’accusa di reati in danno del servizio sanitario nazionale, aveva per anni intrattenuto rapporti d’affari col pluripregiudicato Nicola Turco, trafficante di frequenze televisive dello Stato e gestore di cantanti neomelodici collegati alla propaganda dei clan camorristici. Detenuto fino a pochi mesi fa in carcere per scontare la condanna definitiva a 5 anni e 2 mesi di reclusione per estorsione e violenza aggravata, secondo una denunzia presentata alla Procura partenopea, tuttora al vaglio dei magistrati, non appena ottenuto l’affidamento ai servizi sociali Turco sarebbe tornato in pista addirittura impossessandosi di una nota emittente anticamorra, Julie Italia, che avrebbe reindirizzato sul web a Rete Più Italia, marchio storico di Turco, dando un chiaro segnale ai clan di riferimento del suo “gran ritorno”.

Nicola Turco. Sopra, Pasquale Piccirillo

Nelle torbide acque del panorama televisivo campano ha operato per anni, come dicevamo, Pasquale Piccirillo, oggi tra le 5 persone in carcere (altri 9 sono ai domiciliari e 3 con obbligo di firma), nell’ambito della ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri del Nas emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura della Repubblica. Le 17 persone sarebbero a vario titolo coinvolte in un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe ai danni del Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.), attraverso la spedizione di false ricette mediche per costosi esami di laboratorio, commesse anche grazie alla connivenza corruttiva di alcuni dipendenti dell’ASL di Caserta.

«L’indagine – si legge nel dettagliato comunicato del Procuratore capo Troncone – trae origine da una segnalazione inviata ai Carabinieri del N.A.S. di Caserta da parte del Direttore Generale dell’A.S.L. di Caserta nella quale veniva evidenziato che un medico di base di Castel Volturno aveva generato una spesa farmaceutica a paziente pari ad € 808,33 rispetto alla media aziendale di € 167,00».
L’ordinanza di stamattina rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa che già a marzo 2018 aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia nei confronti di un farmacista, un medico di base (coinvolto anche nel filone d’indagine oggetto dell’odierna ordinanza) ed altre 3 persone, anche in quel caso dedite ad una serie di truffe ai danni dell’ASL di Caserta mediante la spedizione di false ricette mediche per prescrizioni di farmaci intestate a pazienti inesistenti, deceduti o che ne avevano disconosciuta la paternità.
Le indagini hanno inoltre fatto emergere un’illecita commercializzazione verso paesi extraeuropei delle confezioni di farmaci private delle fustelle. Queste ultime, infatti, venivano illecitamente applicate alle false ricette e dunque il costo dei rispettivi farmaci veniva successivamente addebitato in maniera fraudolenta al Servizio Sanitario Nazionale.

«Il provvedimento eseguito nella mattinata odierna – prosegue la nota informativa –  corona la complessa e meticolosa attività investigativa dei Carabinieri del N.A.S. di Caserta, coordinati da questa Procura, condotta attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione e valutazione di copiosa documentazione, servizi di pedinamento ed escussione di centinaia di ignari intestatari di ricette. Il compendio indiziario ha consentito, questa volta, di disvelare un raffinato sistema truffaldino imperniato su quattro laboratori di analisi della provincia di Caserta gestiti da un unico nucleo familiare di San Nicola la Strada, luogo anche fulcro di ideazione e commissione della prevalenza dei reati».

Il sistema consisteva nella redazione in proprio, da parte dei responsabili del laboratorio o loro stretti collaboratori, di ricette mediche, alcune delle quali provenienti da furti di interi ricettari in bianco, asportati dali’ASL Napoli 2, intestate poi ad ignari pazienti. Molte delle false ricette contestate sono state emesse da 4 medici di base compiacenti (uno nel frattempo deceduto e gli altri 3 destinatari del provvedimento di interdizione eseguito) che, come dimostrano le risultanze delle attività tecniche, hanno evidenziato un asservimento della loro delicata e fondamentale funzione pubblica ai voleri dei titolari dei laboratori interessati, in cambio di somme di danaro elo altre utilità.

Il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Maria Antonietta Troncone.

Le ricette così ottenute venivano presentate all’ASL di Caserta per il successivo rimborso a carico del Servizio Sanitario Nazionale ed è qui che, poi, intervenivano alcuni dipendenti aziendali infedeli (due dei quali destinatari di custodia cautelare in carcere) che, a seguito di corruttive pattuizioni stabilite con i responsabili dei laboratori, omettevano di addebitare alle medesime società (accreditate con il Sistema Sanitario) somme, che in quanto emerse dagli accertamenti interni condotti da personale di altri uffici della medesima Azienda, dovevano necessariamente essere stornate dai rimborsi.

«Le indagini hanno altresì provato che tali condotte, da parte dei dipendenti dell’ASL di Caserta, non venivano attuate solo nei confronti dei quattro laboratori di analisi oggetto dell’indagine, ma erano divenute una collaudata pratica truffaldina svolta anche a favore di altre strutture private convenzionate esistenti nella provincia di Caserta. Relativamente a tale aspetto, infatti, veniva anche evidenziato che un dipendente dell’ASL di Caserta, in servizio presso l’ufficio economico finanziario, al fine di ottenere propri illeciti tornaconti economici, si era accordato con il titolare di un noto centro odontoiatrico della provincia, al fine di “eliminare” dai rientri una quota, pari di € 147.000,00 del debito complessivo che il centro aveva accumulato nei confronti dell’ASL per un importo di € 1.820.406,64, già programmato in cinque differenti piani di rientro, afferente a prestazioni sanitarie odontoiatriche non convenzionate e dunque non riconosciute dall’ASL».

Il “noto centro odontoiatrico della zona” è, evidentemente, lo studio dentistico di Pasquale Piccirillo a Recale. Lo stesso per il quale Piccirillo anni fa finì sotto accusa della DDA per aver fornito un falso alibi ad un camorrista (ma da tale ipotesi venne poi prosciolto). Scrive la Procura: «È da evidenziare che, all’esito di mirati accertamenti economico-patrimoniali, delegati da questa Procura, al titolare del medesimo centro odontoiatrico accreditato, pochi giorni fa, è stato notificato un decreto di confisca di beni mobili e immobili, nonché di partecipazioni societarie e relativi compendi aziendali, per un valore stimato in circa 25 milioni di euro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale dopo una prolungata istruttoria in contraddittorio con la parte».

 

IL VOTO DI SCAMBIO

Un altro degli arrestati, Pasquale Corvino, si era dato da fare alla tornata elettorale delle Regionali 2015: «Altro aspetto emerso nel corso delle indagini è rappresentato da una serie di attività corruttive in campo elettorale (cosiddetto voto di scambio), mediante l’elargizione di somme di danaro, buoni pasto, buoni carburante, pacchi viveri, ecc. ad un gruppo consistente di elettori, da parte del responsabile dei laboratori, nel corso della competizione elettorale regionale del 31 maggio 2015 (a cui era personalmente candidato) e delle elezioni comunali di Caserta del 5 giugno 2016, in cui era invece candidata la sorella. Per analoghe vicende, il promotore dell’organizzazione portata alla luce con la presente indagine è stato raggiunto, nel mese di febbraio 2019, da altra ordinanza di custodia cautelare per corruzione elettorale nello scambio politico/mafioso».

«Dall’attività investigativa è altresì emerso che i responsabili dei laboratori ed i loro collaboratori emettevano una serie di false certificazioni medico sportive rilasciate a timbro e firma di ignari specialisti, dalle quali facevano scaturire una serie di prescrizioni mediche per esami di laboratorio, determinando un grave rischio per i destinatari delle certificazioni di idoneità sportiva che venivano emesse anche in presenza di patologie non diagnosticate e dunque non certificate.

Durante la fase investigativa, sono state acquisite ed esaminate oltre 200.000 ricette, valutati migliaia di documenti ed escussi oltre 300 assistiti, gran parte dei quali hanno disconosciuto le ricette loro intestate.

Per il danno quantificato, in ragione delle dichiarazioni dei pazienti escussi, è stato emesso ed eseguito, congiuntamente all’ordinanza, un decreto di sequestro preventivo nei confronti di quattro società ed il promotore del sodalizio criminoso.

Gli esiti di questa attività giudiziaria, che per peculiarità, rilevanza e approccio investigativo, evidenziano la costante attenzione di questa Procura nei confronti di reati che riguardano la pubblica amministrazione ed, in particolare, di quelli che vanno ad intaccare le già precarie risorse economiche pubbliche destinate alle cure dei pazienti».

 

I NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE

I destinatari delle misure sono:

custodia in carcere:

CORVINO Pasquale (anni 58) di San Nicola la Strada (CE);

SCHIAVONE Pietro (anni 40) di Mondragone (CE);

MARTUCCI Maurizio (anni 59) di Santa Maria Capua Vetere (CE);

ALBALONGA Leone anni 63) di Curti (CE);

PICCIRILLO Pasquale (anni 56) di Recale (CE)

 

arresti domiciliari:
l) CAPPARELLI Rosaria (anni 40) di Mondragone (CE);

2)  DE SIVO Raffaela (anni 32) di Marcianise (CE);

3)  IULIANO Laura (anni 38) di Caserta;

4)  MARRONE Domenico (anni 44) di Caserta;

5)  CANTELLI Costantino (anni 40) di Caserta;

6)  MOTTOLA Franco (anni 55) di Napoli;

7)  PETRICCIONE Vincenzo (anni 39) di Aversa (CE);

8)  RUSSO Francesco (anni 53) di Casal di Principe (CE);

9)  SCIORTINO Anna (anni 39) di Napoli;

 

obbligo di presentazione alla P.G. ed interdizione della professione medica per:

BARBATO Domenico (anni 66) di San Nicola la Strada (CE)

RICCIO Francesco (anni 61) di Alvignano (CE);

PARDI MEROLA Emilio (anni 62) di Santa Maria Capua Vetere (CE).

Lascia un commento