La parola al Senato

Ci siamo. Il Senato, investito dal Tribunale di Catania, deve dire sì o no al processo che vede imputato dell’accusa di sequestro di persona aggravato l’ex ministro degli Interni, che impedì lo sbarco di 131 migranti salvati dalla nave Gregoretti. Si  vota fino alle 19  e l’esito dovrebbe essere scontato, dal momento che la maggioranza dei senatori favorevoli all’autorizzazione è assicurata e non passerà l’ordine del giorno presentato da Forza Italia e Fratelli d’Italia per salvare l’ex ministro. Palazzo Madama tra non molto dovrà decidere se processarlo anche per analoga imputazione relativa al sequestro della nave Open Army.  Salvini si auto assolve con enfasi tanto accesa quanto inverosimile dopo il tentativo fallito di coinvolgere il governo gialloverde (specialmente Conte) sostenendo che avrebbe condiviso la decisione di impedire lo sbarco. Il capo del Carroccio: “Pronto per intervenire in Senato, a testa alta e con la coscienza pulita di chi ha difeso la sua terra e la sua gente”. Nel   frattempo twitta “Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui”, frase che osa usurpare a Ezra Pound. Si vota con scrutinio palese.
Le incredibili ‘pomeridiane’ della Rai e della concorrente berlusconiana meritano alla pari l’etichetta di tv trash, termine che si traduce in ‘spazzatura’.  Concentrato di gossip e glamour, di ‘caramba che sorpresa’, succursali  delle sale stampa delle  Questure e delle Stazioni dei carabinieri,  di aule televisive che simulano il tribunale, salotti per criminologi, avvocati e finti magistrati, politologi, satura i permanenza di gente dello spettacolo che s’improvvisa sociologo, psicanalista, politologo, la programmazione di questa accozzaglia di programmi soddisfa la domanda di intrattenimento con voluta superficialità, che estrae il suo pubblico dalla realtà. Nei giorni del dopo festival, il famigerato ‘zapping’ denuncia la globale subordinazione di ogni segmento  televisivo al fenomeno Sanremo, dai Tg a ‘Porta e Porta’, e figuriamoci, al format come la ‘Vita in diretta’, dov’è approdato per ‘qualche dollaro in più’ l’ex conduttore del Tg1 Matano. Poteva mai glissare la Balivo di ‘Vieni da Me? La simpatica show girl napoletana (le concediamo l’alibi dell’ingenuità), ha contribuito al successo della machiavellica invenzione del cantante Morgan per pubblicizzare e vendere la canzone eseguita a Sanremo in tandem con tale  Bugo, ultima nella classifica delle 24 in gara. Lite tra i due in diretta, Bugo abbandona il palco, gara invalidata, canzone espulsa dal Festival e per quattro giorni i media si sono appropriati del caso, oscurando tutto il resto: telefonata in corso di ‘Vieni da me’ della madre di  Morgan in lacrime (il pianto fa sempre audience) a difesa del figlio, invito alla signora di ricollegarsi all’indomani e la puntata del giorno dopo monopolizzata dall’incontro a distanza dei due. Chi  volesse capire ha capito. Tutto ha contribuito a pubblicizzare la canzone bocciata dal pubblico del Festival. Se pensate che sia calato il sipario su questa pagliacciata siete purtroppo in errore. C’è Barbara D’Urso in pole position per alimentare  il racconto.
In margine al ‘rumore’ sul festival:  la magistratura indaga la Rai, su 51 suoi dipendenti che presenti alle edizioni 2013-2015 avrebbero gonfiato le note spese con la complicità, non si sa se cointeressata o solo frutto di superficialità, di alberghi e ristoranti. La magistratura indaga anche sulla  ‘spedizione dei mille’, ovvero sul numero di dipendenti Rai inviati a sue spese al festival di quest’anno: seicento trenta quattro, più duecento collaboratori esterni. Sotto tiro anche la massa di giornalisti Vip che hanno occupato le ‘poltronissime’, costo 600-700euro per ognuna delle cinque serate, a scapito dell’incasso dell’Ariston. Di tutto si occuperanno la Procura e la Corte dei Conti.
Impossibile tenere completamente fuori la politica dal Festival. Benigni ha ironizzato sulle citofonate di Salvini, Amadeus ha dovuto rimediare a una gaffe di tipo sessista, Rita Pavone è stata contestata per i suoi endorsement a favore di Salvini, Tosca si è dichiarata di sinistra, anti Salvini, pro sardine e  ha cantato ‘Bella ciao’ in una trasmissione del dopo Sanremo: “È una canzone che viene scelta quando si vuol fare una rivoluzione sotto questa canzone che è una bandiera, una coperta importante. Le sardine non a caso hanno scelto ‘Bella ciao’ per la loro rivoluzione gentile perché è qualcosa che protegge. Mi fa arrabbiare quando sento qualcuno che dice di non essere né di destra né di sinistra, è come dare uno schiaffo ai nostri Padri costituenti. È dovere di un cittadino scegliere la propria bandiera e come comportarsi nella società. Io sono di sinistra. La destra è immobilista, chiude, è lontana dalla mia sensibilità. Noi di sinistra  ringraziamo Salvini, perché ci diceva ‘Siamo tutti così’. Molta gente non si riconosceva e a un certo punto quattro ragazzi hanno fatto da detonatore e hanno detto ‘noi non siamo così’ ed è partito tutto. Grazie al Papeete è nata un’altra cosa. La sinistra costruisce ponti, la destra li chiude”

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