Empiti di solidarietà

Solidarietà è sentimento da esternare nei confronti dei deboli e degli indifesi. Ne ha diritto Salvini, bersaglio del fuoco incrociato che in questo febbraio, sotto il segno di incroci astrali negativi, gli si accanisce contro.  Sulla sua testa esposta alle intemperie, incombe l’incognita dei sì del Senato alle richieste di processarlo per reati di sequestro aggravato di persona e abuso di autorità, ma anche l’onere di difendersi dalla querela di Carola Rackete, capitana della Sea Watch insultata con ingiurie gratuite e altamente offensive, nonché il malumore di leghisti eccellenti, che adombrano perfino l’ipotesi di una leadership alternativa; più di ogni altro rischio c’è inoltre la mobilitazione degli italiani, da Bolzano a Caltanissetta, promossa dalle sardine. Dunque solidarietà per il ‘ce l’ho duro’ leghista e specialmente alla vigilia di una sua resa senza condizioni imposta da Napoli, città della tolleranza che non ha mai nascosto l’intenzione di vendicare gli ignobili insulti dell’ex Lega Nord ai meridionali. Il carrocciaro di Pontida, poveraccio, ha dovuto innestare la retromarcia e cancellare l’appuntamento del ‘meeting’ leghista in quel di Scampia, programmato per domani, giovedì 6 febbraio. L’incontro avrebbe dovuto ‘santificare’ la candidatura al Senato di tale Salvatore Guangi. In vista della barbara invasione, le sardine l’hanno fatta coincidere con la mobilitazione antagonista del proprio movimento. Salvini, scoraggiato dai precedenti dei flop accusati in tema di tutto esaurito delle piazze stracolme di sardine, ha disdetto il meeting leghista e ha inventato il motivo della prudenza, l’intento di evitare disordini: una vera bufala, considerato il convinto pacifismo e il rifiuto dell’odio, della violenza delle sardine. Comunque, solidarietà al povero Salvini e l’invito a lasciarlo in pace, perché si dedichi anima e corpo all’auto assoluzione dai reati che gli contesta la giustizia. Le sardine confermano: domani alle 16 e 30, saranno a Scampia, dove a metà Marzo si terrà la loro fase costituente, nel quartiere eletto come startup politica in vista delle prossime regionali della Campania. Le loro motivazioni: “Dopo aver sottratto risorse al Sud per circa 30 anni, la Lega prova di nuovo a tornare sui nostri territori per chiederci il voto. Da napoletani siamo stati tra i primi a non legarci, sin dai primissimi tentativi dei leghisti di venire sui nostri territori a farsi campagna elettorale”.
Indovinate: chi minaccia i giornalisti di  ‘la Repubblica’, chi spedisce lettere sospette e fa sgombrare la redazione con un falso allarme bomba? Bersagli degli sciacalli che si nascondono dietro mittenti fasulli sono in particolare il fondatore del giornale Eugenio Scalfari, il direttore Carlo Verdelli. Provate  a indovinare chi c’è dietro: la linea editoriale del quotidiano, trasparente, contrasta razzismo e neofascismo.
In  piedi, commozione dell’intero teatro Ariston: una meritatissima  standing ovation conclude il ‘monologo’ di Rula Jebreal, prestigiosa giornalista. Da un libro  nero e uno bianco estrae indignata i numeri delle violenze e delle ingiurie che subiscono le donne. Tre milioni di vittime in tre anni, un femminicidio ogni tre giorni in Italia, il ricordo tra le lacrime dello stupro subito dalla madre, un messaggio struggente per invocare il rispetto della donna, il diritto alla pari dignità nella vita e nel lavoro, il riconoscimento delle sue straordinarie qualità. Sanremo, all’interno della kermesse canora nazionale, ha proposto  uno squarcio di elevata umanità con la denuncia di Rula Jebreal che in mondovisione ha toccato il cuore di molti milioni di spettatori. La parentesi ha interrotto la gara canora con questa elevata  testimonianza e ha ricordato un altro momento di emozionante intensità vissuto in una precedente edizione  del Festival con il monologo sull’emigrazione di Pierfrancesco Favino. Meno male, non solo canzoni. Si commuove anche Amadeus e riscatta le accuse di sessismo. Rula Jebreal devolve metà del suo compenso a Nadia Murad, attivista irachena per i diritti umani rapita, stuprata e tenuta in ostaggio dall’Isis. Le canzoni?  Forse poco sanremesi, con l’eccezione di “8 marzo”, interpretata per le Nuove Proposte, dalle sedicenne Tecla Insolia, in sintonia con i contenuti del monologo di Rula e merita riportare qui di seguito parte del testo, dedicato alle donne: “…in fin dei conti noi siamo di passaggio / come le rondini, come l’8 marzo / non basta ricordare una festa con un fiore  se qualcuno lo calpesta… io so la differenza tra uno schiaffo e una carezza / siamo petali di vita che hanno fatto un giorno la rivoluzione… hai capito che comunque dal dolore si può trarre una lezione / ci vuole forza e coraggio, lo sto imparando vivendo ogni giorno questa vita… siamo candele nella notte, a illuminare mentre la gente chiude porte… a nascondersi nel niente dagli sguardi di chi resta indifferente / abbiamo dato e troppo poco ci è concesso / certe lacrime non chiedono permesso e nello specchio, negando l’evidenza, chiamarlo amore quando è solo dipendenza… siamo petali di vita che faranno un giorno la rivoluzione…se ci crolla il mondo addosso come sempre ci rialziamo / nonostante a volte uomo non vuol dire essere umano, per tutto il sangue che è stato versato…[La canzone è su You tube]

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