Anticorpi

Famiglie, ragazzi, anziani a Rimini hanno oscurato la presenza  di Salvini, che ormai non ha più il coraggio di fare comizi nella piazze. Le sardine si sono incontrate in settemila  nella ‘Vecchia Pescheria’, ma anche nella   piazza accanto. “Luoghi così pieni di folla si ricordano solo per i funerali del riminese Fellini”. Intonate ‘Bella Ciao’ e ‘Romagna mia’, hanno sfilato cartelli con scritte del tipo “’Salvini per te solo margarina nella piadina’, e ‘Più sardine, meno capitoni’.
L’ex ministro manifesta meraviglia e rabbia. “Di solito”, dice, “si protesta nelle piazze contro il governo. Questi contro l’opposizione…perché ‘sarei pericoloso’”. Ecco finalmente ne spara una appropriata: proprio così è “pericoloso”.  “Noi siamo nati in contrapposizione a Salvini”, dichiara Mattia Santori, organizzatore del primo flash mob bolognese delle ‘sardine’ “e sono contento che a 300 metri ci sia lui proprio perché accentuiamo le differenze tra questa piazza che presenterà creatività, gratuità e relazioni sociali,  rispetto a chi si chiude dentro a una stanza,  dietro a un computer e costruisce tutto su una immagina falsa che la gente oramai ha capito che non rispecchia e non risolve i problemi. Diciamo semplicemente ‘riappropriamoci della politica’. Il nostro ruolo è quello di anticorpi. Il problema è che la coscienza politica si era addormentata. Da queste piazze nasce un’energia, che abbiamo vissuto a Bologna. Vogliamo che anche la gente in tutta l’Italia provi le stesse emozioni, per sentirsi parte di una comunità che non è fluida, fisica”. Sardine anche di là dell’Atlantico, a New York, dove si sono incontrate sotto l’arco di Washington Square : “Siamo un insieme di individui che si sono ritrovati su Facebook condividendo le stesse idee”. Cioè italiani residenti e turisti hanno partecipato grazie al tam-tam  della rete e hanno raggiunto la statua di Garibaldi cantando ‘Bella Ciao’. ltri appuntamenti newyorkesi sono annunciati per i prossimi giorni, interessi analoghi li manifestano da  Boston e Toronto.
Chi ha oscurato la pagina Facebook ‘6mila sardine?”: Boh? Il black out di ieri sera conferma che il Movimento è un evento straordinario, destinato a disegnare il futuro.
La preziosa umanità di Carola Rakete, capitana coraggiosa della Sea Watch, è apparsa in tutta la sua contiguità con i fondamenti della solidarietà, nella suggestiva intervista di Fazio alla giovane tedesca  che ha salvato centinaia di vite di migranti, non a caso invitata dal Parlamento europeo. I veleni della destra non hanno tardato a farsi sentire. E chi se non il truce Salvini, che aveva chiuso i porti mettendo a rischio migliaia di vite, chi se non il rozzo Calderoli, il destrorso Gasparri? Niente di nuovo: ingiurie e accuse infondate. La risposta della Rai, della Commissione di vigilanza: “Attacchi miserevoli, Rackete è una personalità di cui tutto il mondo parla, che ha salvato vite umane. Bene fa il servizio pubblico a esercitare il suo mestiere. Basta ingerenze e intimidazioni da parte di leghisti e di chiunque.
Napoli bassa, Napoli alta, come altre città, come Bergamo, come Perugia, che ha sconfitto il traffico collegando il giù e il su con scale mobili e tapis roulant. Napoli ha risolto con Funicolari e Metro, ma avrebbe potuto perfezionare la soluzione con le scale mobili. Non lo ha fatto e allora da napoletano della città e ‘ncopp’, di sopra, dichiaro il mio appassionato amore per le quattro funicolari che uniscono il Vomero e via Manzoni con la città di sotto (Montesanto, Centrale, Chiaia, Mergellina). Posillipo si collegava con Bagnoli e Fuorigrotta con un’ardita teleferica, ma è solo un ricordo.
Amo le funicolari: partenze certe ogni dieci minuti, tappe preziose al Corso Vittorio Emanuele, terminali strategici che invitano a lasciare la macchina in garage. Non amo il Metro e lascio il piacere di usufruirne ai turisti attratti dalle stazioni d’Arte, ai pendolari che agiscono nell’area della stazione centrale, agli studenti, ai lavoratori che non possono farne  a meno. Il bello del trasporto underground a Napoli è fortemente condizionato dalla parola ‘incognita’. In orari di cruciali (ingresso e uscita dalle scuole, ore di pranzo, eventi particolari) entrare in un vagone è impresa da ‘spingitori’ di Tokio. In quel che resta della  giornata, l’intervallo tra una corsa e l’altra si dilata e contraddice l’obiettivo di scoraggiare l’uso di mezzi privati. Nella città del sole il caldo arriva presto e se ne va tardi. Provate a viaggiare nella metro in una giornata estiva e in orario di punta. Il rischio di asfissia o quantomeno di svenimento è garantito. Niente aria condizionata. In gran parte del percorso proteggete le orecchie, aggredite da sinistri stridii delle ruote a contatto con i  binari. Solo a Napoli succede.  Prima di accedere alle piattaforme di partenza, rivolgete un appello al vostro santo protettore perché sventi il rischio frequente di guasti tecnici non meglio identificati che costringono i passeggeri a faticose passeggiate a piedi nei tunnel. Questa mattina,intorno alle 11, la metropolitana funzionava solo tra Piscinola e piazza Dante. Non oltre. A una turista ho dovuto faticosamente far capire che per andare a piazza Garibaldi doveva scendere al Museo e imbarcarsi sulla line a2 della metropolitana, ma nel frattempo la stazione del Museo era già alle nostre spalle. Amare il neapolitan metrò? Adoro le funicolari.

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