Una carta d’identità per Gesù

Lo tsunami per l’indignazione dei fedeli cattolici deve aver consigliato a chi dirige Radio Maria di rimuovere da Facebook la carta d’identità di Gesù Cristo, incredibile idiozia che l’immagine racconta in tutta la sua incredibile sequenza di dati.  Leggeteli, non senza un immediato mal di pancia e sarete solidali con reazioni rabbiose e commenti salaci. Eccoli: “Idiozia senza confini”, “Che shampoo devo usare per avere anche io capelli divini?”, “Sono interessata alla professione fratello del mondo. Vorrei sapere se è ben retribuita e se è aperta la posizione anche per sorella del mondo. A chi inviare il curriculum vitae?”, “Avrà la patente nautica obbligatoria, visto che cammina sulle acque?”, “Gesù non nacque in Palestina bensì nel regno ebraico di Giudea d’Erode”,  “Mi viene da vomitare per la bruttezza di questa cosa”, “Qualcuno mi spieghi che cosa vuol dire stato civile figlio di Maria, sposato, celibe, nubile, figlio di Maria?”, “Vi rendete conto che state ridicolizzando la figura di Gesù Cristo?”

 

Radio Maria, potente veicolo di promozione della fede cattolica in chiave bizzoca, è l’emittente a suo tempo sotto accusa per l’installazione di antenne altamente dannose a ridosso di luoghi abitati. Radio Maria è anche l’emittente
.che si è scagliata contro la candidata al Nobel per l’ambiente, la sedicenne Greta Thunberg, capace di colpire la cattiva coscienza di chi è responsabile dei mutamenti climatici che minacciano l’estinzione del nostro pianeta. Nel giorno delle manifestazioni dei giovani del movimento Friday for Future, la pagina Facebook di Radio Maria ha postato una foto dell’attivista svedese invitando i giovani a non lasciarsi ingannare eil commento”: “Cara Greta, dopo che abbiamo buttato Dio nella pattumiera, vogliamo salvare il pianeta? Dopo che lasciamo sopprimere i feti umani, vogliamo proteggere i cuccioli animali? Dopo che confondiamo i generi, vogliamo salvare la specie? Dopo che aiutiamo gli uomini a morire, vogliamo salvare le foreste? Volto indignato il tuo, forse manipolato?” Don Luca Peyron, che ogni giorno lavora con i giovani, molti dei quali sono scesi in piazza per manifestare contro il cambiamento climatico e per l’ambiente: “Non posso condividere questo post sprezzante e inutile, così poco cattolico, così poco intelligente”.

 

A proposito di clima. Il governo demostellato ha stanziato 450 milioni e dichiara che parte la rivoluzione ‘green’. Si comincia dalla rottamazione di auto e motorini, da incentivi ai commercianti perché vendano prodotti non confezionati con materiali inquinanti, con le corsie preferenziali per i mezzi pubblici, gli scuolabus ecologici, nuovi alberi nelle città. Tra le novità  del decreto clima: stanziati 255 milioni di euro per garantire fino a 1.500 euro per la rottamazione dell’auto fino alla classe euro 3 e fino a 500 euro per i motocicli a due tempi. I soldi potranno essere spesi in tre anni per abbonamenti a mezzi pubblici o acquisto di biciclette. La Lega: “provvedimento ridicolo e pieno di  marchette”. Per Angelo Bonelli dei Verdi il decreto clima approvato oggi è un accrocchio di norme, alcune insignificanti, messe insieme per dare un titolo e fare finta di occuparsi seriamente dei cambiamenti climatici”.

 

Andamento ondivago del sodalizio demostellato. Alleanza elettorale per il voto in Umbria, quasi sicuramente no in Calabria, decisamente no in Lazio dove i 5Stelle voteranno insieme alla Lega una mozione di sfiducia a Zingaretti, “perché siamo pur sempre all’opposizione”. In bilico il voto alla camera sul DEf, documento di economia e finanza. È stato approvato per miracolo, salvato con soli tre voti oltre quelli richiesti. Assenti 14 deputati pentastellati per dissenso con la leadership di Di Maio. I più arrabbiati sono gli esclusi dalla folta compagine di governo. Un caso per tutti è la delusione dell’ex direttore dei Sky Tg24 Carelli..

 

 

È vero, potrei essere imputato di pignoleria da alchimista devoto al santo protettore della lingua di Dante. Fa niente, continuerò a sbarrare con la matita blu le castronerie virali che storpiano l’italiano. Della penultima segnalata, fresca di ieri è colpevole un ministro della Repubblica. Nessuna sorpresa. Spacciato per neologismo, l’ ‘onorevole’ in questione, grullino doc, ha esaltato il taglio dei parlamentari attribuendogli doti di efficientamento. Non cercate nel dizionario questo sgarbo alla nostra bella lingua, non esiste efficientamento. Ma poi: nel migliore programma televisivo pomeridiano, il garbato, utilissimo e didattico “Geo”, un ospite di elevato livello culturale  ha magnificato le bellezze dell’Etna, del vulcano che degrada a mare. Il ricorso improprio al verbo degradare è purtroppo diffuso e induce a errore giornalisti scrittori, uomini e donne di cultura. Degradare, basterebbe pensarci, vuol dire privare del grado, di un qualche ruolo. E allora? Allora per definire la discesa verso il basso, appunto l’andare giù dall’alto, il verbo è simile ma diverso. A degradare si contrappone digradare. Questione di una ‘i’ al posto di una ‘e’, certo, ma questione. Lo sgorbio va a fare compagnia all’inesistente e abusato ‘attenzionare’, alla tautologia di “Alle prime luci dell’alba” che unisce due espressioni di identico significato e cioè ‘prime luci’  e ‘alba’, all’uso errato degli  ausiliari essere e avere, ai congiuntivi da zero in italiano, alla Tav anziché il TAV, acronimo di Treno (maschile) ad Alta Velocità.

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