REGGIO CALABRIA / MINACCE AL PRETE-GIORNALISTA

Prete coraggio minacciato a Reggio Calabria.

Succede a don Davide Imeneo, che oltre all’impegno evangelico fa anche il giornalista, dirigendo L’Avvenire di Calabria, supplemento domenicale reggino de L’Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani.

Ai primi di agosto in redazione, a Reggio, è arrivata una lettera intimidatoria. “Tua madre doveva abortirti, ti abortiremo noi prete di merda”. Scritta al Pc, era firmata “Riscossa Arcobaleno”. L’episodio è stato denunciato alla Questura di Reggio.

Il caso, appena reso noto, è stato segnalato da Ossigeno per l’informazione, il sito fondato da oltre dieci anni fa da Alberto Spampinato, fratello di Giovanni, il giornalista d’inchiesta ucciso dalla mafia: un sito che quotidianamente denuncia le minacce ricevute dai giornalisti che operano dove le mafie controllano i territori.

Alberto Spampinato. In apertura don Davide Imeneo

In un’intervista rilasciata proprio ad Ossigeno, don Davide ricorda: “Da quando abbiamo cominciato, nel 2015, abbiamo subito sei intimidazioni”. E Ossigeno, nel 2017, aveva messo denunciato un’intrusione notturna nella redazione calabrese della testata, che ha anche un sito aggiornato tutti i giorni. In quella occasione, l’arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe Francesco Morosini, aveva detto: “L’Avvenire di Calabria e Avvenire danno fastidio a qualcuno. E questo, anziché intimorirci, ci dà persino soddisfazione. Perché vuol dire che i giornalisti stanno toccando temi e interessi sensibili”.

La settimana precedente alla ricezione dell’ultima minaccia, don Davide e un altro giornalista, Federico Marchetti, avevano pubblicato un articolo dal titolo: “Caro Falcomatà, basta doppia morale sui diritti”, nel quale criticavano – ricostruisce Ossigeno– la partecipazione del sindaco di Reggio Calabria al Gay Pride.

Imeneo e Marchetti accusavano il primo cittadino di doppia morale, perché la Commissione Pari Opportunità del Comune aveva osteggiato un’iniziativa a sostegno della cosiddetta famiglia naturale. Prendendo spunto dalla citazione “nessuno escluso”, pubblicata da Falcomatà dopo la partecipazione alla manifestazione, i due giornalisti chiedevano al sindaco come mai non si occupasse dei padri separati, del disagio abitativo e di tutte le povertà odierne.


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