Tutti al mare? No, tu no. Ferragosto a Montecitorio

Di primo mattino, allo spuntar della luce,  ancora privi del quotidiano a cui si è affezionati, i notiziari televisivi sopperiscono con ampiezza di notiziari ed augurano il buongiorno o, al contrario, propongono una letale dose di  veleni senza antidoto. Digerita la prima colazione di news e con l’aiuto di uno  yogurt al ‘probiotico bifidus’, Microsoft, con un clic nell’apposito box di notizie della politica, offre una trentina di titoli ‘l’un contro l’altro armati’. Il disorientamento è assicurato, in virtù di una caotica accozzaglia di contrapposizioni, che nel rispetto della pestifera par condicio rendono pressoché indistricabile il loro politichese.
Salvini: “Apro al taglio dei parlamentari. Poi subito al voto”. Ma il vice premier leghista non aveva giurato di completare la legislatura per garantire un lustro di laute remunerazioni ai suoi parlamentari e a se stesso il ruolo prestigioso scippato alla democrazia? Boh…
Sentita in Parlamento:“L’asse Pd-5Stelle tiene, elezioni più lontane”. E come? Sbaragliato in un amen il reciproco, duro, ostracismo? Spariti i fitti, reiterati scambi di contumelie, i proclami di incompatibilità?
Forza Italia: “No a liste uniche con Salvini”. E tutte quelle in corso tra Comuni e Regioni? Rimosse dalla coscienza?
Salvini: “Voglio un governo con Giorgetti ministro dell’economia” E perché no, Siri o Savoini al Quirinale, dopo aver deposto Mattarella? Giorgetti risponde con una nemmeno larvata accusa al referente del Viminale: “Il via alla crisi, scaturito dalla disputa sul Tav e sulla giustizia è una decisione del capo. La crisi andava aperta prima”. Bella riconoscenza…
Renzi:L’accordo con i 5Stelle è possibile”. Ma l’altro ieri non aveva detto “Mai con i pentastellati?” E poi: “Salvini si dimetta, un governo no tax è possibile”(???)
Si può andare alle urne subito dopo una riforma costituzionale? (taglio dei parlamentari, ndr). La Lega sostiene che non si può e allora  Salvini finge di cedere ai 5Stelle, ma di fatto punta a rinviare la riforma al dopo voto.
Crisi di governo, i social: Salvini perde fan, Renzi cresce”. Il 38% attribuito al ministro leghista dai sondaggi? Solo frottole?
Salvini a Di Maio: “Chiudiamo in bellezza, sì al taglio dei parlamentari”.  Come sopra, sparate da millantatore.
Centinaio (Lega) “Non chiudo le porte a nuovo dialogo con M5S. Poi, ascoltato da orecchie attente: “Con chi cazzo abbiamo governato?”
Casellati, fan very chic,  rivolta al vice premier del Carroccio: “Presidente Salvini”. Sarcastico il Pd: “Presidente di cosa?
Salvini al Pd: “Invidio certe abbronzature”  Pd: “Ministro, il più abbronzato sei tu”.
Salvini: “Faccio dimettere i ‘miei’ sei ministri”. Fischi e pernacchi degli interessati e sono tutti sul proprio scanno.
De Petris, gruppo misto a Salvini: “Ha paura dei processi, ha paura del voto”.
De Magistris, sindaco di Napoli: “Mi candido a guidare il Paese”. Ma ci fa o ci è?
C’è chi azzarda la prospettiva in tempi brevi di una nuova maggioranza giallorossa, ma è un’impura commistione tra  lana  e seta. Nel frattempo l’Istat, a trazione gialloverde, sbandiera numeri dell’occupazione in crescita. Lo fa  nel corso di una crisi strutturale del comparto produttivo con il segno meno e dimentica che la crisi politica mette a rischio 240mila posti di lavoro (Ilva, Whirpool, Piaggio, Bekaert, Embraco, altri centinaia di casi). La grande emergenza dell’industria in recessione è oscurata dalla beghe Salvini-Di Maio. Le ore di cassa integrazione hanno toccato l’impressionante numero di oltre 27milioni. Cos’altro ci aspetta?
Spigolando qua e là. Salvini è in ritardo nell’accedere al Viminale e gli uscieri, non avendolo mai visto, lo bloccano all’ingresso.
Salvini, durante il voto si assenta per concedersi agli intervistatori. Il medico deve avergli consigliato di non sostare a Palazzo Madama più di 5 minuti. Rischierebbe lo choc anafilattico (spunti da Luca Bottura, la Repubblica).  

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