Amicizie pericolose

Il narcisismo del Salvini, così permeante il personaggio da renderlo  disponibile a indiscriminate foto e selfie con suoi fan, presunti o provocatori che siano, e  il tifo per il Milan con invasioni di campo da allenatore aggiunto, gli hanno giocato un brutto tiro. Nello scorso mese di Dicembre si è fatto immortalare mentre sorride e stringe con calore la mano al capo degli ultrà Luca Lucci, assurto  a notorietà proprio per quella immagine compromettente. Lucci a credergli, farebbe l’elettricista, ma la Divisione anticrimine della Questura di Milano è di tutt’altro avviso e gli ha sequestrato beni per un milione di euro. Il comportamento “amichevole” di Salvini avvenne con Lucci, arrestato nel 2018 per spaccio di droga e condannato con rito abbreviato a un anno e sei mesi di carcere. Gli hanno sequestrato un complesso immobiliare di due piani con autorimessa, un’auto Audi Q5  e la gestione di un bar ritrovo dei tifosi milanisti.
I  dati sul giustificato terrorismo climatico non producono uguali effetti sulla popolazione mondiale. I Paesi destinati a soccombere, fanno i conti, senza possibilità di sottrarsi, con la povertà estrema: terra spaccata dalla siccità e mancanza di acqua, elemento imprescindibile della vita. Non hanno voce per parlare alla coscienza dei privilegiati, per ora non coinvolti in misura drammatica dal riscaldamento della Terra.  Muoiono o sono destinati a morire e non si ha notizia di interventi per evitare l’annunciata  strage. L’alternativa è la fuga verso altri luoghi del mondo, la prossima migrazione di milioni di esseri umani. Nell’ambito dei Paesi, che per il momento vivono  marginalmente i mutamenti climatici, si sottovaluta il pericolo, o peggio si finge di ignorarlo. Nel novero degli inquinatori c’è perfino un clan di negazionisti dei mutamenti che sconvolgono la Terra. A gestirlo è la sterminata milizia di petrolieri che hanno contribuito a eleggere Trump in cambio di tolleranza per i danni all’ambiente e al clima. All’insegna dell’egoismo, la società degli adulti fa una rapido conto degli anni che restano loro da vivere e pronostica per se stessa che la tragedia avverrà quando avranno concluso l’intero percorso sulla Terra. E allora, “chi se ne frega”.  All’insegna della paura, i giovani sono consapevoli del pericolo di affidare il futuro agli anziani e si mobilitano, in conflitto con il potente consesso internazionale delle nazioni incapaci di anteporre la salvezza del pianeta agli interessi dell’umanità. Nel chiuso di torri eburnee, in uffici e case climatizzati, nel comfort di ristoranti, alberghi, aerei, treni, club, che fuori dai loro spazi “protetti” lasciano ad altri disagi e danni alla salute, litigano e non decidono i maggiori responsabili del riscaldamento del pianeta (per tutti Trump che deve la sua incredibile presidenza anche ai petrolieri, o il governo della Cina, Paese ad alto tasso di inquinamento) litigano e non decidono. Che i ghiacciai si sciolgano, che la terra da coltivare si spacchi in scaglie aride, che l’ emerso rischi di diventare sommerso, che bombe d’acque e siccità, alluvioni, frane, straripamenti di fiumi, raccolti mancati, annuncino l’agonia del mondo, per i Paesi ad alto tasso di evoluzione, del benessere materiale, di tecnologie avanzate, non è abbastanza per fermare l’annunciato disastro. In permanenza di codice rosso, l’unico, reiterato intervento, è l’allarme  erga omnes “A rischio anziani e bambini”.

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