CODICE APPALTI / CONTROLLI PIU’ MORBIDI, MAFIE IN FESTA

Subito accordo tra i 5 Stelle e la Lega, dopo le “minacce” del premier Giuseppe Conte, sullo sblocca cantieri. Al centro della trattativa il codice per gli appalti, che Matteo Salvini intendeva “abrogare” per due anni, una follia.

A quanto pare l’intesa è stata trovata su alcuni caldi del codice stesso. Ed è subito cominciato il toto. Quali punti sono stati sospesi? Cosa è stato eliminato?

Da rammentare che il numero uno dell’Anac Raffele Cantone ha praticamente posto disco rosso sull’intero codice.

Giudicato – da non pochi addetti ai lavori – certo non eccellente, e comunque un baluardo minimo per contrastare le penetrazioni mafiose nel mondo degli appalti.

Tra le opzioni più gettonate c’è un innalzamento del tetto di lavori “liberi” da ogni controllo. Oggi quel tetto è stabilito a 200 mila euro, mentre dovrebbe innalzarsi a 300 mila. Secondo alcuni potrebbe addirittura raddoppiare.

Una “innovazione” da non poco, perché tramite il già usato frazionamento degli appalti a questo punto è molto più facile suddividerli senza essere disturbati. Maglie più larghe quindi per le infiltrazioni della malavita organizzata.

“Si tratta di un terreno molto pericoloso – viene osservato – è molto rischioso, prendendo a pretesto una maggiore fluidità negli appalti, toccare un meccanismo che invece andrebbe reso più efficace, perché le mafie riescono comunque a trovare le strade giuste, basta vedere quel che è successo a Genova. La parola d’ordine, oggi, è sburocratizzare, il vessillo che alza Salvini: ma c’è modo e modo di farlo. Le procedure possono e devono essere velocizzate, è del tutto necessario, senza peraltro bypassarle. Alcuni passaggi possono essere eliminati o almeno semplificati, ma altri andrebbero resi più idonei all’individuazione di possibili penetrazioni di imprese mafiose, con un moderno lavoro di intelligence”.

 

Nella foto Raffaele Cantone

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