Nemici, o no?

Seriamente preoccupati, ci chiediamo con animo in subbuglio, se e dove mister Allegri continuerà a guadagnare un mucchio di miliardi (ragioniamo in lire, per semplificare) per far sgambettare al meglio un manipolo di pedatori, a loro volta strapagati per prendere a calci un pallone. Detto tra noi, vada dove gli pare, ma in fretta, per far spegnere gli amplificatori che da mane a sera diffondono la telecronaca ossessionante del caso e l’altra parallela che angoscia il popolo juventino: Chi al posto di Allegri? Tra i cardinali del calcio internazionale candidati alla successione di papa Allegri, ci sarebbe anche Sarri, uomo di sinistra ancor prima che allenatore, in prevedibile conflitto con Roman Abramovic, spregiudicato petroliere russo. Sembra più un nome buttato lì da Agnelli, come diversivo per non scoprire le carte. È impossibile pensare a un sodalizio tra il diavolo e l’acqua santa.

Il caso Juventus, è come cacio sui maccheroni, manna del cielo utile a stornare l’attenzione degli italiani, pericolosamente in bilico sul ciglio del burrone dove potrebbero finire se Salvini continuasse a fregarsene dei vincoli finanziari fissati dalla Ue.

Milano, eroica città delle Cinque Giornate, si vede sfregiata dalla presenza dell’antidemocrazia europea, con Salvini in testa, di personaggi della destra razzista, omofoba, sovranista. All’ “adunata” di tetri simpatizzanti del regime fascista, risponde la città con manifestazioni antagoniste e un’appendice clamorosa alla mobilitazione nazionale dei balconi addobbati con striscioni di irridente benvenuto a Salvini, globetrotter elettorale e assentista virale dal ministro dell’Interno. La città lo accoglie con un campionario di striscioni che colora di ironia la creatività italiana e in particolare con 49, quanti sono i milioni di euro che il Carroccio ha truffato allo Sato. Da 1 a 49. Altri: “Solo ponti, niente muri”, “Non sei il benvenuto, Porti aperti”, “Salvini, siamo al primo piano, facile da prendere” (riferito al lenzuolo esposto). Oggi centinaia gli striscioni contro il vice premier di Pontida. Nella sua terra, la Lombardia, viene alla luce lo scandaloso clone di tangentopoli, con le indagini che per ora hanno affondato il bisturi nel bubbone della corruzione di leghisti “eccellenti”. In arresto sindaco (Lega), vice sindaco (Forza Italia), Assessora (Lega) del comune di Legnano, cuore del Carroccio. In coincidenza con il “tutti in piazza” di Salvini, indagato l’ex sindaco di Varese, l’imprenditore leghista Orrigoni, accusato di aver pagato una “mazzetta” di 50mila euro per ottenere una variante al piano regolatore di Gallarate in un’area dove costruire un supermercato della sua catena. Sono 105 gli indagati per l’inchiesta sul sistema corruttivo in Lombardia. Coinvolge l’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, e il governatore della Lombardia Fontana.

È un bel sentire e ci riconcilia con il rigore purista dell’Accademia della Crusca. Di Maio verso Salvini: “Un pugile suonato, un opportunista, il decreto legge che ha partorito? Incostituzionale, sconclusionato, pieno di errori. È arrogante come Renzi, inizia il suo declino politico, è supponente, in difficoltà per gli scandali di corruzione. Di uomini soli al comando ne abbiamo già avuti in Italia e non ne sentiamo certo la mancanza”. Lite anche sull’ambiente. Fa freddo e Salvini invoca il riscaldamento globale, ma “Sa solo speculare. Speriamo sia solo l’ennesima boutade”. Entra a piedi uniti anche Di Battista (chi si rivede!): “Salvini fa marketing, ora lavori. Anch’io pago il suo stipendio. Mi auguro che questo governo duri ancora quattro anni, ci sono tante cose da fare. Non vedo litigi. Non è questa la fase delicata”. (Ma dove vive in Alaska? ndr).


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