GIALLO ORLANDI / IL VATICANO INDAGA. DOPO 35 ANNI…

Miracolo di San Gennaro. O meglio, di San Pietro. A quanto pare, a 35 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, il Vaticano ha preso la storica decisione di “aprire un’indagine” sul caso.

Udite udite. Suonano cherubini e serafini, volteggiano gli arcangeli, un tripudio generale per la sceneggiata vaticana.

C’è chi la vede in modo positivo: “meglio tardi che mai, forse è arrivata la volta buona. Hanno capito che non possono più coprire e quindi ora la fumata bianca di voler collaborare”. Del resto negli ambienti molto vicini a Papa Bergoglio è sempre girata la voce che a Francesco premeva molto mostrare segnali di concreta trasparenza.

Ma sorgono subito un paio di interrogativi. Di che indagini si tratta? Un’inchiesta interna?

Oppure una collaborazione piena con la magistratura che, dal canto suo, in questi anni ha solo dormito?

Vediamo in rapida carrellata gli ultimi avvenimenti. A cominciare da un anno e mezzo fa, quando sembrò d’improvviso alzarsi il sipario.

Pietro Orlandi

La Voce per prima e dopo qualche ora l’Espresso, infatti, documentarono l’esistenza di bollenti carte & documenti contenuti nella cassaforte super segreta del Vaticano. In quelle carte era contenuta una verità: a metà anni ’90 le alte sfere vaticane sapevano bene dove si trovava Emanuela, ossia era custodita in una casa di suore a Londra, e il Vaticano pagava regolarmente le spese per il suo mantenimento, documentate da pezze d’appoggio.

Una vera bomba, perché il Vaticano ha sempre negato di aver mai avuto notizie su Emanuela, né tantomeno di averne mai conosciuto il rifugio. Perché allora non venne mosso nemmeno un dito per farla tornare a casa dai suoi familiari? Perché tutto è rimpiombato nel buio?

I vertici vaticani, un anno e mezzo fa, risposero che si trattava di una bufala, nessun documento segreto, nessuna notizia su Emanuela.

Bugie grosse come una casa.

Si è poi andati avanti tra altre sceneggiate, come vecchi cadaveri nelle mura vaticane. Avrebbero oggi cent’anni.

E siamo ad oggi, con l’improvvisa illuminazione sulla via di Damasco.

L’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, osserva: “Stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini delle autorità vaticane, auspicando una piena collaborazione. Noi comunque proseguiamo nelle nostre attività investigative”.

Commenta il fratello Pietro Orlandi, che da una vita denuncia errori & omissioni nelle indagini e la mancanza di collaborazione da parte delle autorità vaticane: “Speriamo ora sia venuto il momento di arrivare alla verità dopo 35 anni di silenzi e dolore”.


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