IL PD DI ZINGARETTI / RISVEGLIO DI POPOLO O CANTO DEL CIGNO ?

E’ sceso in campo San Gennaro? Ha fatto il miracolo di radunare milioni di fedeli pronti ad accalcarsi al suo Verbo? Forse è proprio così, nell’Italia che cambia in 48 ore, capace di acrobazie socio-antro-politiche da brividi.

Scende in campo il popolo dei 250 mila davanti alla Madunina, al seguito di fratello Sala. Mentre le interminabili code davanti alle sezioni per le primarie incoronano il re dei re Nicola Zingaretti.

Il quale, nel corso di una delle prime già profetiche esternazioni osserva a Torino, per sponsorizzare la TAV: “Mi auguro sinceramente che i bandi di gara non si interrompino”. Come non si “interrompi” il feeling col ritrovato Popolo. Ma chi era Fantozzi?

Farebbe meglio, per queste battute iniziali, a farsi dare qualche lezioncina non solo dal fratello-Montalbano, ma soprattutto da suo “padre” Andrea Camilleri: una ripassatina di grammatica non fa mai male.

Dario Franceschini. In apertura Nicola Zingaretti e, nel riquadro, Carlo Calenda

Per fornirgli qualche rudimento culturale può servire anche il contributo di un ex ministro (sic) della Cultura, quel Dario Franceschini che ne ha combinate di cotte e di crude. Ed al quale la Voce dedicò un paio di corpose inchieste quando era titolare del dicastero nell’odiato governo Renzi.

Oggi, per Rambo Zingaretti, si pone un problema grosso come il Colosseo: come farà a sdoppiarsi? Come riuscirà a dividere forza & passione tra la fresca segretaria Pd – un impegno da far tremare le vene e i polsi – e la poltrona di Governatore del Lazio, altro incarico da brividi?

Dice, potrà farsi un “segretario ombra” per gestire le cento correnti in perenne lotta fratricida nel Pd. Un domatore ex Circo Orfei? Un ex direttore di manicomio? O che?

Comunque sia dovrà raccogliere intorno a sé un gruppo di fedelissimi, in grado di dar vita a quel partito dei cittadini emblematizzato dall’onda dei 250 mila festosi e multicolorati per le strade di Milano.

 

IL CERCHIO MAGICO CHE VERRA’

Passiamo allora in rapida carrellata i seguaci possibili, i prossimi adepti, i discepoli che lo accompagneranno nel viaggio. Il nuovo Cerchio Magico soprattutto in vista della tappa fondamentale del percorso, le cruciali europee di fine maggio. Meno di tre mesi per rimettere insieme le macerie del Pd e farle somigliare ad un partito.

In pole position tra i “nuovi” fedelissimi proprio Franceschini, una vita per la Dc e la Margherita, poi cuore Pd, già protagonista in una tornata di primarie per la poltrona mancata di numero uno del Pd. La consorte Michela Di Biase, capogruppo Pd in Campidoglio, nei primi mesi parecchio combattiva sul fronte anti-Raggi poi passata in batteria, ha fatto parte del team di comunicazione del gruppo Sorgente – editore de il Foglio – che fa capo al finanziere Valter Mainetti.

Molte le polemiche suscitate con la sua “gestione” dei musei quando era ministro. Saprà ritrovare lo smalto perduto dopo un periodo di oscuramento anche mediatico? Saprà ricucirsi un vestito di sinistra dopo le decennali capriole centriste?

Passiamo all’uomo che ha scritto il nuovo decalogo del Partito, il Bignami del neo centrosinistrismo per governare l’Italia e indicare la rotta alle scalate progressiste nel mondo. Ecco a voi Carlo Calenda, che dalla rossa Ferrari è stato capace in un ventennio di capriolare al rosso (ormai roseè) partito fondato da Antonio Gramsci, il quale da anni sta facendo la trottola nella sua tomba.

Le grandi fatiche intellettuali provocate dall’ultima “opera” hanno costretto mister Calenda a prendersi un periodo di giusto riposo. Per tuffarsi nelle piscine termali trentine, immortalato con tanto di trippa e cigno al seguito. L’ultimo canto?

A quanto pare il sognatore-scrutatore (davanti a lui ha infilato la scheda nell’urna anche la coscia storica della sinistra – eterna rivale di Alba Parietti – ossia Sabrina Ferilli) sarà convocato dal neo segretario nazionale nella sua formazione. Un capitalista di lungo corso, ottimo e abbondante. Dopo il decollo sulle ali di Luca Cordero di Montezemolo, a bordo della Ferrari, passò sotto la protezione del fondatore del CIS di Nola, Gianni Punzo, che proprio con Montezemolo e mister Tod’s Diego Della Valle diede vita al supertreno Italo, un anno e mezzo fa passato ai francesi.

Gianni Punzo

E Calenda per un paio d’anni è stato il portavoce dell’“Interporto Campano”, sigla partorita nel variegato arcipelago delle società gemmate intorno al CIS, altro miracolo degno di San Gennaro, spuntato e cresciuto in un territorio dove non si è mai mossa foglia senza che la camorra non abbia voluto, storicamente quella di don Carmine Alfieri.

Saprà il fedelissimo di Matteo Renzi, titolare dello Sviluppo economico nel suo esecutivo, poi spedito a Strasburgo per risolvere i nodi più bollenti, ricucirsi anche lui addosso un vestitino per il nuovo che avanza sotto i vessilli di Zingaretti? Staremo a vedere.

 

UN CAPO CONDOMINIO ASSO NELLA MANICA

E chi potrebbe mai fare il primo ministro nel caso di vittoria sul centrodestra alle prossime politiche? Il nome pare già caldo come una sfogliatella. Quello di Paolo Gentiloni, ottimo per tutte le stagioni, pret a porter estate-inverno, già fedelissimo di Renzi come ministro degli Esteri, poi succedutogli come premier per tenere su la baracca del governo.

Sempre in agguato, double face e sornione al punto giusto, per accorrere al capezzale della patria e del suo Pd, da perfetto ex Dc e poi, anche lui, Margherita.

Il padre della Patria, allora? Il nume tutelare? La faccia che risorge dal Pantheon della memoria? Ma Romano Prodi of course, che ha subito provveduto a benedire le primarie e poi il vincitore: “E’ il risveglio delle coscienze, la gente reagisce”, commenta pacioso dopo l’onda da 250 mila di Milano e il milione e 800 mila alle primarie.

Prima da presidente dell’IRI, poi da leader dei suoi governi, ha massacrato i conti dell’Italia, vendendola a pezzi e bocconi, a partire dalla famosa “gita” sul Britannia di Quenn Elizabeth nel golfo di Napoli. Tra i padri dei conti Ue, artefice del massacro della lira nel famigerato cambio con l’euro, ora torna a mettere il suo sigillo sul nuovo corso…

Marco Tronchetti Provera

Quale sarà l’asso nella manica per le europee di maggio? Un altro cavallo di razza, Giuliano Pisapia, l’avvocato dei tutti i diritti, il difensore di tutte le civiltà. Ex sindaco di Milano, dovrebbe guidare le truppe Pd allargate per la conquista dell’Europa.

Ma proprio il suo successore sulla poltrona di primo cittadino all’ombra della Madunina, Giuseppe Sala, può essere il cavallo a sorpresa per tutte le corse possibili. Sia per fornire il suo apporto decisivo alla nascente formazione che nascerà intorno al Pd (o al posto del Pd), sia in caso di debacle zingarettiana, e quindi come Salvatore dei Salvatori.

La prova di forza “quieta” dei 250 mila che è riuscito – con il suo carisma (sic) – ad aggregare a Milano lo fa saltare di gioia: “L’Italia può cambiare – gongola il primo cittadino meneghino – se segue l’esempio di Milano”, palazzo Marino. Il trampolino di lancio per capo Sala è stato proprio quel Comune a guida Moratti, del quale fu il “general manager”, sulla scorta dei trascorsi alla corte di Marco Tronchetti Provera in Pirelli e Telecom.

A proiettarlo nel firmamento politico griffato Pd – va rammentato – è stato l’EXPO, con il quale sono stati spesi fiumi da milioni di euro per lasciare un’area che ospiterà l’Human Technopole, tanto per dar soldi a mattonari, progettisti amici & subappalti a non si sa chi. Un Expo traversato da affari e inchieste giudiziarie, che hanno segnato la fine della carriera giudiziaria per una delle toghe di punta a Milano, poi spedito a Torino senza tanti complimenti e oggi in pensione: Alfredo Robledo, che aveva osato ficcare il naso nell’affaire Expo, dando grosso fastidio all’allora procuratore capo della procura di Milano Edmondo Bruti Liberati.

Le inchieste sull’Expo ovviamente sono finite (o stanno finendo) in naftalina e Sala è uscito candido come un giglio.

Saprà gestire, nel caso, un condominio così litigioso come quello targato Pd?

O dare il suo contributo alla ricostruzione dalle macerie – cazzuola & martello in pugno – a fianco del compagno Zingaretti?

 

 

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