BANCA UBS / MAXI SANZIONE PER RICICLAGGIO INTERNAZIONALE

Sanzione record in Francia per il colosso svizzero del credito UBS. Una multa da ben 3,7 miliardi con la pesantissima accusa di “riciclaggio aggravato dalla frode fiscale”.

Il presidente di una Corte di giustizia a Parigi, Christine Mee, scrive di “reati di una gravità eccezionale” e la stessa Francia si è vista riconoscere un danno da 800 milioni di euro (a fronte di un richiesta doppia avanzata dai pubblici ministeri).

Una maxi inchiesta durata ben 7 anni, quando alcuni ex dipendenti di UBS denunciarono le strane “manovre” che avvenivano all’interno dell’istituto di credito, storico presidio di operazioni acrobatiche, riciclaggi internazionali e custode di segreti d’ogni risma. Attraverso le banche elvetiche, e l’UBS in prima fila, sono state da sempre condotte le manovre finanziarie più disinvolte con i capitali di mezzo mondo.

La fresca multa è la più alta mai stabilita da un tribunale francese sul fronte dell’evasione fiscale.

La banca svizzera, in sostanza, è stata condannata per aver sollecitato alcuni ricchi clienti transalpini ad occultare miliardi di euro alle autorità e quindi per averli aiutati a riciclare quelle montagne di danaro. Accuse pesantissime. Ovviamente i legali di UBS hanno subito annunciato ricorso.

Il titolo UBS, dopo la clamorosa sentenza, ha subìto un brusco calo in Borsa, pari al 2,7 per cento.

Tempo duri (si fa per dire) per i giganti del credito, quei Bankster (dal titolo del j’accuse “Bankster – Peggio di Al Capone i vampiri di Wall Street e Piazza Affari”, scritto nel 2010 da Elio Lannutti) che dettano legge sui mercati e nella vita di cittadini e imprese.

Soprattutto dopo l’altra incredibile story, quella delle vendite di diamanti a prezzi quanto meno raddoppiati ai clienti di Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, BPM e Banca Intesa, come sta emergendo in questi giorni.

 

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