NAPOLI / LO STUDENTATO E’ INSALUBRE, VIA GLI STUDENTI

Per cinque anni una struttura universitaria è servita ad ospitare centinaia e centinaia di studenti e adesso ci si accorge che non era abitabile, che c’erano pericoli per la salute.

L’incredibile story è ambientata a Napoli, dove l’università Partenope (che ha alle spalle una ultraventennale storia molto chiacchierata) ha svariate strutture accademiche sparse in città e una residenziale in via Gianturco, nell’area ex industriale, a poca distanza dalla stazione centrale di Napoli. Ebbene, adesso una lettera in arrivo dal ministero ordina lo sgombero per tutti gli studenti che si trovano attualmente ad occuparla. Incredibile ma vero.

I fuori-sede verranno trasferiti in una struttura di proprietà della Fondazione Banco Napoli, a Pozzuoli, dove un tempo c’era il comando della Nato. Al polo opposto della città.

Tutto partì a settembre 2013, quando a tagliare il nastro fu l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro.

A far scoppiare il caso, oggi, è il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, lo stesso che ha scoperto e fotografato le formiche nei letti dell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta. “E’ assurdo – denuncia – che solo a cinque anni ci si accorga di questo”.

Un tutto che scaturisce da una richiesta dell‘Adisurc (l’organismo che dovrebbe occuparsi delle sistemazioni e dei diritti degli studenti, ex Adisu, da sempre nell’occhio del ciclone, ndr) di una verifica ministeriale. Quest’ultima ha anche evidenziato che in quella zona si sono verificate attività legate alla lavorazione dei carburanti, motivo per cui in quella zona non si potevano realizzare complessi residenziali ma solo commerciali.

I lavori sono stati effettuati con fondi comunitari (Fas) e della Partenope.

Ma non era che l’inizio. E’ previsto infatti un ulteriore mega piano insediativo su 7 mila metri quadrati e otto piani previsti, per un totale di 180 posto letto, che vanno aggiungersi agli attuali 108. Inoltre una mega area parcheggio da 3 mila metri quadrati.

Il bello è che le aree residenziali rappresentano i due terzi, e il restante terzo per attività commerciali.

Tutto il piano coinvolge l’ex Manifattura Tabacchi, uno dei presidi storici della vecchia Napoli industriale.

In soldoni, l’assurdo ora è questo. Come risolvere il problema dell’attuale residenza e come ipotizzare di realizzare la seconda, ancora più imponente senza che vi siano le condizioni e le autorizzazioni necessarie? Mistero.

Cose che possono succedere solo in una città come Napoli, dove solo il caos è altamente organizzato e un ufficio dell’amministrazione pubblica non sa quel che combina l’ufficio a fianco e non esiste uno straccio di ‘rete’ in grado di collegare tutti gli uffici pubblici, almeno in un settore.

Punta ancora l’indice Borrelli: “E’ necessario capire chi ha permesso la realizzazione di quella struttura se non c’erano le autorizzazioni necessarie, provocando uno spreco di soldi, chi ha pensato di utilizzarla per gli studenti e perchè nessuno per anni si è posto il problema della salubrità dell’ambiente. Su questa vicenda andremo fino in fondo chiedendo anche allla Procura della repubblica di occuparsene”.

 

Nella foto Francesco Emilio Borrelli


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