Al voto, al voto: ma per quale dei 55 simboli che affolleranno le schede elettorali? Vuoi vedere che vince il partito dell’astensione?0

E’ spazio aperto per la satira di Altan, Elle Kappa, Marassi, Bucchi e vignettisti associati. La materia per riempirlo è a portata di tutti. La fornisce in abbondanza lo squallore di quanti in Italia offendono la dignità della politica, per quel che ne è rimasto, saturando le schede di simboli (55), molti da ricovero in strutture sanitarie per mentalmente scompensati. Apprezzate dunque il misterioso Unital (il sindacato non c’entra), ovvero Unione Tricolore America latina, il romanticismo di Italia nel Cuore, la riesumazione della Margherita e Noi con l’Italia (ma gli altri?), un criptico W la Fisica, l’arcano dell’acronimo M.T.N.P.P. (Movimento Tecn Naz Pop Pace), il ricorso vichiano al passato remoto di Sacro Romano Impero Cattolico, Il Maie, ossia Movimento Associativo Italiani all’Estero che alle europee candidò il condannato Vannoni (staminali), il Free Flihghts Italy, la costola contestatrice della Lega, ovvero Grande Nord (Calderoli), il mammismo di MMM, Movimento Mamme del Mondo, il patriottico Italia di Mameli, il cellular-simile Sms (Stato Mobilitazione Solidale) e Buone Maniere, erede di monsignor Della Casa, il neofascista Italia agli Italiani (Forza Nuova, Fiamma Tricolore, Msi). Manca il simbolo I.M.C.H.R., ovvero Italia Mia, Come Ti Hanno Ridotto. Non mi è riuscito di presentarlo in tempo.

Un maestro del cinema italiano (visto il bellissimo “Pazza gioia?”) rende visibile l’ingresso a tutto campo nella campagna elettorale. Paolo Virzì racconta di sé: “Ho paura dei 5 Stelle, hanno augurato la morte a me e ai miei figli. E’ successo dopo una battuta su Nogarin, sindaco pentastellato di Livorno. Mi spaventai, per anni avevo criticato il regime berlusconiano senza subire attacchi o censure. Nel Movimento 5Stelle c’è qualcosa di violento, di incivile e inaccettabile. Erano una cosa diversa, ora sono diventati oriettabertiani, più democristiani, più italiano medio. Marco Travaglio dice che vota Grillo perchè almeno lui non ruba. Dice una banalità pericolosissima perché tipica del qualunquista medio un po’ fascistoide”. Sic dixit: firmato Virzì.

C’è spiritualità orientale nel tendere al cielo con la speranza di incontrare santi e divinità. Cosa altrimenti nel progetto, dell’Arabia Saudita pronto a erigere un grattacielo alto come una montagna delle Alpi di media dimensione, cioè di un chilometro? Sembrerà un nano il Burj Khaalifa di Dubai (828 metri). La Cina risponde con il ponte sospeso più lungo del mondo (488 metri), alto su di un canyon per 230 metri, paurosamente dondolante, ma sicuro al 100 per 100. Si compone di oltre mille piastre di vetro ed è assolutamente vietato a chi soffre di vertigini. Per gli impavidi è previsto che le lastre, calpestate, provochino un effetto rottura (finzione sofisticata). Sconsigliato ai cuori deboli.

Shangai offre generosamente l’opportunità di un salto nel vuoto agli spericolati amanti degli sport estremi. All’interno vuoto di un albergo di 420 metri d’altezza, in forma di astronave, un ascensore in continuo movimento porta in cima al grattacielo in meno di un minuto, dove da una piattaforma esterna ci si può tuffare nel vuoto con opportuna imbracatura.

Questo consiglio di Libero (posta elettronica) riflette la visione stupidamente folclorisitca di cui la città fatica a disfarsi: “Se visitate Napoli, potete portare via il mitico cornetto portafortuna, rigorosamente rosso, una statuina del presepe acquistata a San Gregorio Armeno, una cravatta di Marinella, un Pulcinella (in varie fogge e materiali), Mozzarella di bufala, sfogliatelle, taralli e il limoncello (ormai industrializzato)”. Il suggerimento deve aver fatto colpo anche su Ozpetek, regista di “Napoli Velata”. Approssimativa recitazione a parte, il film è un concentrato di stereotipi della più becera napoletanità: il macabro rito del parto dei femminielli, la tombolella figurata, il ricorso a vecchie megere a cui affidare il futuro in amore, un esoterismo di sapore antico (simile al ridicolo mito del cosiddetto munaciello, fantasma maligno), la città dei vicoli come non esistesse altro. Senza infierire, è d’obbligo la domanda a Ozpetek: “Ma chi te l’ha fatto fare?”


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Un commento su “Al voto, al voto: ma per quale dei 55 simboli che affolleranno le schede elettorali? Vuoi vedere che vince il partito dell’astensione?0”

  1. Der eisame Stein ha detto:

    Vuoi vedere che vince il partito dell’astensione?
    Lo spero bene, anche se sono sicuro di sì. E’ il mio partito dal 1974, anno del referendum sul divorzio, e con soddisfazione vedo che è in continua crescita. Ha un bel dire, RE TRAVICELLO, alias il sig. Mattarella, invitando al voto per i soliti beceri motivi. Una volta Norberto Bobbio, o Luigi Firpo, non ricordo, aveva detto di rispettare la decisione dei non votanti per motivi di coscienza, come me che lo faccio perché TUTTI i nostri politici mi provocano il voltastomaco, e qualcuno che riesca a darmi un poco di fiducia è al di là da venire.

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