POMPEI / FAIDE POLITICHE E MILIARDI PER IL SUPER HUB FIRMATO FERROVIE

Bagarre a Pompei. Sfiduciato il sindaco Ferdinando Uliano, messo in minoranza da dieci consiglieri comunali che si sono dimessi la sera del 1 settembre, si è appena insediato il commissario prefettizio, Donato Carfagna. Ed è subito giallo.

L'ex sindaco di Pompei Ferdinando Uliano

L’ex sindaco di Pompei Ferdinando Uliano

“Uliano è stato fatto fuori perchè si opponeva al business dell’Hub ferroviario e guidava la protesta dei cittadini. Tanto è vero che tra i primi impegni in agenda Carfagna ha proprio una riunione del comitato di gestione dell’Unità Grande Pompei, che deve definire la scaletta dei tempi e le priorità per il decollo dell’iniziativa”.

Un’iniziativa, del resto, super caldeggiata dal governo Renzi e in particolare dai ministri Dario Franceschini e Graziano Delrio che dai rispettivi bastioni di Cultura e Trasporti agiscono di stretto concerto.

Svolta esattamente un anno fa, a settembre 2015, quando il comitato di gestione della “Buffer Zone” del Grande Progetto Pompei ha dato disco verde allo studio di fattibilità presentato dalle Ferrovie dello Stato. A inizio anno, poi, una riunione tra le antichità pompeiane; quindi il Tavolo tecnico promosso da Franceschini in primavera presso la direzione generale del Grande Progetto Pompei, cui presero parte i comuni della ‘Buffer Zone’, la Città Metropolitana di Napoli, la Regione Campania, nonché i rappresentanti della Curia e del Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche di Campania, Basilicata, Puglia e Molise.

Il ministro Dario Franceschini. Sotto, Graziano Delrio

Il ministro Dario Franceschini. Sotto, Graziano Delrio

Osservò Franceschini (peraltro molto impegnato nell’operazione tra Museo Archeologico di Napoli e Bellini di Comacchio) in quella occasione: “In Italia spesso vengono alzate barricate quando si prova a cambiare. A Pompei stiamo facendo cose importanti per il restauro e il recupero dell’area archeologica, e ora bisogna pensare soprattutto alle infrastrutture come parcheggi, l’accoglienza esterna, i trasporti. Un collegamento ferroviario moderno in un luogo del genere è quindi fondamentale”. Non si tratta di un progetto calato dall’alto, ma perfettamente condiviso sul territorio, ci tenne a sottolineare: “aiuterà i turisti ad arrivare a Pompei con l’alta velocità della stazione di Napoli e in prospettiva intercetterà anche le migliaia di crocieristi che sbarcano con le grandi navi”.

Condiviso sul territorio non poi tanto, visti i forti dubbi espressi non solo dal sindaco (ex) di Pompei, dalla maggioranza (allora) dei consiglieri comunali e dall’assessore Margherita Beatrice (con delega ai progetti Unesco), ma dalla stessa Curia (“il giudizio è sospeso”) e dal vice sindaco della Città metropolitana Elena Coccia (“E’ necessario pensare alla fruizione turistica non solo dei tesori di Pompei ma di quelli di tutta l’area, da Ercolano a Torre Annunziata fino a Castellammare di Stabia”).

Schermata 2016-09-05 alle 19.48.58Ecco qualche dettaglio sul mega progetto griffato Ferrovie. La spesa prevista è di circa 35 milioni di euro tra fondi di varia natura (regionali, statali, europei), dodici i mesi previsti per la fase progettuale, diciotto per la realizzazione dei lavori. Spiegano alle Ferrovie: “siamo stati incaricati di redigere il progetto del nuovo hub, un progetto unico per RFI, ossia Rete Ferroviaria Italiana e EAV, l’ente regionale dei trasporti per la Campania. La nuova stazione, ‘Pompei Scavi’, verrà localizzata infatti all’intersezione della linea Rfi Napoli-Salerno con la linea Circumvesuviana Napoli-Salerno, gestita da Eav. La stazione – viene precisato – sarà collegata direttamente agli scavi archeologici da un percorso pedonale elevato e attrezzato, che passerà al di sopra dell’autostrada A3 Napoli-Salerno e avrà anche la funzione di snodo di smistamento e indirizzo del flusso turistico verso l’ingresso di Porta Marina Superiore. Gli scavi di Pompei, quindi, saranno raggiungibili direttamente dall’intera rete ferroviaria nazionale con l’Alta velocità Freccia Rossa e Argento. Da Roma i turisti potranno giungere agli scavi di Pompei in meno di un’ora e mezzo”.

Veri miracoli di San Gennaro, con ogni probabilità in vacanza nell’area vesuviana. Ma spetterà al tandem Delrio-Franceschini risolvere alcuni problemi e fornire qualche spiegazione in merito ad un’infrastruttura tanto caro quanto impattante sotto il profilo ambientale.

Molto ruota intorno alle cifre dell’incoming. Attualmente – viene stimato dai tour operators – il flusso turistico è pari a 3 milioni di unità l’anno. La previsione ministeriale, per il futuro, parla di “tre milioni di visitatori”. Quindi non cambia niente, nessun incremento.

Protestano in coro i commercianti di tutta Pompei. “Il progetto ci penalizza in modo palese, rischiamo di chiudere in massa, perchè se adesso i turisti che visitano gli scavi in buona parte poi visitano anche il duomo e spendono in città, per il futuro non ci verranno proprio e noi dimezzeremo i nostri incassi, quindi non ci resterà che abbassare le saracinesche. Altro che sviluppo, altro che occupazione!”.

Rischio sperperi. Non pochi fanno notare che EAV è un carrozzone che negli ultimi anni ha sperperato vagoni e vagoni di danari pubblici (soprattutto in consulenze e stipendi milionari), senza peraltro garantire un minimo di efficienza nei servizi, da quinto mondo. “Si corre il rischio di dar altri soldi a quella macchina mangiasoldi – osserva un avvocato di Pompei – buttare danari pubblici in un buco nero senza fondo. E di alimentare un canale di spesa senza fine”.

C’è poi il pericolo di infiltrazioni della camorra nei subappalti, attraverso la solita via delle imprese compiacenti. “Come è avvenuto per tutta l’alta Velocità – osserva un magistrato di Torre Annunziata – e soprattutto come abbiamo visto con le ultime inchieste delle procure di Roma e Firenze sugli affari di Incalza, Perotti & C. Non dimentichiamo che tra le opere finite sotto i riflettori della magistratura c’è anche l’Hub portuale di Trieste, una piattaforma logistica da circa 130 milioni di euro. Qui la cifra è molto inferiore. Ma non si sa mai: pur fatta la legge sugli appalti, che a quanto pare non risolve ma complica le cose, attraverso varianti rivedute e corrette, revisione prezzi mascherate, sorprese geologiche e soprattutto archeologiche, tutto è sempre possibile. E dietro l’angolo”.

 

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