PROCESSO A NAPOLI PER LA STRAGE DEL SANGUE INFETTO / DOPO 20 ANNI IN ARRIVO LE SUPER PERIZIE !

Prova del tre al tribunale di Napoli all’udienza per lo storico processo sulla “strage del sangue infetto”, cominciato un paio di mesi fa. Il pm Lucio Giugliano aveva chiesto subito il proscioglimento di tre imputati, evidentemente convinto dalla testimonianza-farsa del primo teste, il super ematologo e super consulente del gruppo Marcucci, Piermannuccio Mannucci. Il giudice monocratico, Antonio Palumbo, lo ha negato. E ha invece accolto la richiesta, avanzata sempre dal pm, di una super perizia “collegiale”, in grado di far luce su fatti & misfatti: novelli Sherlock Holmes, infatti, tre esperti dovranno riuscire a dimostrare il “nesso causale” tra le morti di alcuni pazienti e l’assunzione di emoderivati killer. Più precisamente, sono chiamati a trovare quale prodotto ha provocato quel contagio, e quindi quel decesso. Non basta: occorre la pistola fumante, ossia la provetta delle provette, la quale conteneva il fluido assassino. Datare i fatti, verificare se poi non ci siano state ulteriori assunzioni sospette, trovare chi e perchè abbia somministrato la ‘pozione’. Miscelato e ben frullato il tutto, i tre maghi potranno poi stendere il ‘final report’ in grado di inchiodare esecutori & mandanti.

Lo stabilimento Kedrion in Toscana. In apertura l'aula del tribunale di Napoli

Lo stabilimento Kedrion in Toscana. In apertura l’aula del tribunale di Napoli

Così funziona la giustizia in Italia. A vent’anni e passa dall’inizio dell’inchiesta, partita a Trento e poi passata a Napoli nel 2006, perdendo strada facendo fascicoli e faldoni lungo i tortuosi percorsi, non si vede lo straccio di una giustizia, all’orizzonte. E ora, arrivati al dibattimento dopo anni di attesa, si arriva a chiedere una “perizia” ai confini della realtà. “Come trovare l’ago nel classico pagliaio. Impossibile. Ma oltre tutto fuorviante e inutile – sostengono alcune associazioni che si sono costituite parte civile nella speranza di cavare un ragno dal buco nero della giustizia di casa nostra – perchè è un preciso modo di non trovare ovviamente nulla, archiviare tutto e se non va bene poi tanto arriva la prescrizione salvatutti”.

Fuorviante perchè – come sostengono altri – la prova, anzi la provetta fumante è tutta nella storia dei traffici di emoderivati in Italia: con un’azienda leader in Italia, il gruppo Marcucci, che fin da metà anni ’70 ha importato massicciamente (e senza subire alcun tipo di controllo) emoderivati da mezzo mondo, a partire dal centro Africa – come la Voce ha documentato fin dal ’77, con il clamoroso caso dell’ex Congo Belga – e dagli Usa. Prelevandolo non da “massaie e studenti dei campus universitari”, come ha raccontato il giglio candido Mannucci: ma anche dalle galere dell’Arkansas, dove forse il sangue era un po’ a rischio… A totale insaputa dell’ematologo-quasi Nobel invitato da Kedrion, l’attuale corazzata di casa Marcucci, ai meeting internazionali più a la page.

E casa Marcucci festeggia da poco l’ultima commessa internazionale, nella Russia di Putin, annunciata proprio in occasione del fresco incontro tra il premier Renzi e lo zar del Cremlino. Chi sarà mai, del resto, il più fedele dei renziani a palazzo Madama? Ma il senatore Andrea Marcucci, rampollo eccellente della dinasty fondata da patròn Guelfo, alla sbarra al processo di Napoli per la strage se non fosse passato a miglior vita – ultranovantenne – a fine 2015. Ora, a quella sbarra, ci sono alcuni dirigenti del gruppo. Gruppo tra i più beneficiati, negli ultimi anni, dalle casse pubbliche: una partecipazione azionaria addirittura della Cassa Depositi e Prestiti, gemma nell’azionariato Kedrion, e un cadeau di fine anno del governo Monti, dicembre 2010.

Andrea Marcucci

Andrea Marcucci

Ma torniamo all’udienza per la strage del sangue infetto. Nominati tre super periti, che il 18 luglio dovranno accettare l’incarico. Si tratta di camici bianchi campani: Pasquale Madonna – scelto come ematologo – dirigente di medicina interna all’Asl numero 1 che fa capo all’ospedale San Gennaro di Napoli, a quanto pare esperto in arteriosclerosi e trombosi; Raffaele Pempinello – scelto come infettivologo – gastroenterologo e endocrinologo in servizio allo storico presidio sanitario che indagò su ‘O Vibrione ai tempi del colera (1972), il Cotugno; e Pierluca Zangani – scelto come medico legale – docente alla seconda università di Napoli, autore di svariati studi come “Condotta omissiva e medicina difensiva” – “L’irresistibile ascesa del taglio cesareo” – “Problemi medico-legali della medicina penitenziaria” – “Orientamenti medico-legali di condotta omissiva” – “Sopralluogo giudiziario, autopsia e indagini difensive”.

Madonna e San Gennaro – è il caso di dirlo – fate luce…

“Lo svolgimento delle perizie – ha assicurato il giudice Palumbo – non interrompe comunque la fase dibattimentale, che prosegue”. E ha diramato il calendario delle prossime udienze: 18 luglio, poi 26 settembre, 10 e 24 ottobre. Con ogni probabilità all’udienza di settembre e (forse) ottobre (almeno la prima) non potrà essere presente uno dei principi del foro, l’avvocato Alfonso Stile, storico difensore di casa Marcucci, perchè impegnato – ha anticipato – nelle udienze del processo per il treno che esplose a Viareggio.

Da una strage all’altra perpetrata da killer (e mandanti) sempre a volto coperto, ecco la giustizia di Casa Nostra.

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