POST VOTO / I PRELIMINARI DI GIACHETTI E I CREPACCI DI SANGALLO & BASSOLINO

Dai palloni alle palle di neve. Continua il Barnum post voto dopo la prima ubriacatura sul fronte calcistico. Il Guinness all’Unità, che non perde un’occasione per far notare il suo nulla destinato al crac (certificato da milioni a valanga persi in appena un anno di masochistica gestione renziana): “Palla al centro”, titola a tutta pagina vagante nel vuoto assoluto. Seguono a ruota i “compagni” (sic) Sala, il Che del Centro e della Madunina che esulta, “1 a 0”, e Giachetti dai fori Capitali: “ho fatto i preliminari di Champions, ora si comincia”.

Carlo Sangalli. In apertura Antonio Bassolino

Carlo Sangalli. In apertura Antonio Bassolino

Palle a parte, eccoci a sciare. Apre il tema uno che di discese libere, scalate e ruzzoloni se ne intende, l’ex plurisindaco di Napoli e governatore Antonio Bassolino, che dalle pendici di Afragola è arrivato sulle sommità di casa nostra. Imperdibile il romanzo che – secondo ultime voci dal Nord Europa – potrebbe approdare alla cinquina in decollo per Stoccolma: “Le Mie Dolomiti”, storie di una vita dedicata al Sacrificio, immolata sull’Altare Politico, oggi capace dall’Alto delle sue Vette di fregarsene delle terrene condanne milionarie della Corte dei Conti perchè “non possiedo nulla, è tutto dei miei figli”: che, come si dice in zona Vesuvio, sono piezz ‘e core. Vate Antonio almeno una volta all’anno vola nel buen ritiro tra le montagne del Nepal, intervallo al verde umbro della maison ‘comprata’ con l’amico oncologo-ex onorevole Giuseppe Petrella: all’indomani del crac del suo Pd, radiografa: “siamo davanti ad un burrone morale e politico”. Picozza e rampini nello zaino, sarà Lui, Sant’Antonio da Afragola, il nuovo Salvatore? Il San Gennaro della sgrarrupata maison renziana in terra campana, ora alle prese non solo con la debacle elettorale ma anche con voti comprati & lavori promessi? Per la serie: perdi e rubi, doppio tuffo carpiato, degno della Cagnotto più in forma.

Se don Antonio medita sul ciglio del burrone e ammonisce il popolo “democratico”, c’è un (San)Gallo sulla monnezza. E’ il semprevertice dei negozianti di tutta Italia, il numero uno di distretti commerciali e botteghe, l’inossidabile timoniere made in Confcommercio Carlo Sangalli. Che ad una convention tra aspirapolveri e sacchetti a perdere, davanti al premier tuttorecchi, parte dalle Padanie per il suo mitico viaggio, forse sulle tracce di don Antonio già arrampicato tra i dirupi: “ancora una fitta nebbia – dipinge – avvolge la ripresa economica. Il nostro cammino, in attesa di una meta, prosegue tra faglie e crepacci”.

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