Occhio al curriculum

Nel curriculum da presentare agli italiani si può leggere: nel febbraio 2010 X,Y è indagato dalla Procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione (irregolarità su alcuni appalti a Firenze e a La Maddalena, sede in cui si sarebbe dovuto tenere il G8). Nel maggio 2010  indagato dalla Procura di Roma per l’inchiesta su un presunto comitato d’affari, la cosiddetta “cricca”, che avrebbe gestito appalti pubblici in maniera illecita. Il 23 luglio, in una lettera X,Y si dimette da presidente e membro del consiglio di amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino a causa dello scandalo “P3” che lo vede coinvolto per corruzione e violazione della Legge Anselmi sulle società segrete. Il 5 novembre del 2014 X,Y è rinviato a giudizio per corruzione. Il 12 giugno 2012 la Giunta per le autorizzazioni della Camera dei deputati consente ai magistrati di utilizzare le intercettazioni che coinvolgono X,Y nell’ambito dell’inchiesta sulla “P4”. Il Pdl è l’unico partito a votare contro. Il 14 marzo 2013, i pm di Firenze chiedono il rinvio a giudizio di X,Y per il procedimento sulla gestione del Credito Cooperativo Fiorentino. Dovrà rispondere di truffa ai danni dello Stato. Il 23 luglio 2015  rinviato a giudizio dal gup di Firenze nell’ambito di un procedimento in cui viene ipotizzata la bancarotta fraudolenta per il fallimento di un’impresa edile di Campi Bisenzio che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito cooperativo fiorentino presieduto da X,Y. Nell’aprile 2013, nell’inchiesta per truffa (presunta indebita percezione di fondi per l’editoria), la Procura della Repubblica di Firenze emette un’ordinanza eseguita dalla Guardia di Finanza, che sequestra beni per 12 milioni di euro alla società Settemari di X,Y,  Massimo Parisi e altre persone. Caso dell’appalto della Scuola Marescialli: il 9 aprile 2014 il Senato dà l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni riguardanti X,Y, rinviato a giudizio dal gup Cinzia Parasporo per concorso in corruzione. Il 17 marzo 2016 viene condannato a 2 anni di reclusione con pena sospesa per concorso in corruzione. Il 25 novembre 2014 è indagato dalla procura di Firenze insieme al forzista Massimo Parisi con l’accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento della Società Toscana Edizioni, debitoria nei confronti del Credito Fiorentino di X,Y, avvenuto nel febbraio 2014. I due, nel 2005, si sarebbero appropriati di 1,3 milioni di euro della società vendendo le quote della Nuova Toscana Editrice, controllata da loro al 40%. Vengono messi sotto inchiesta anche i vertici di allora della Toscana Edizioni. Questo processo è collegato ad altri due che coinvolgono X,Y. Uno per i 20 milioni di euro del Credito Fiorentino come contributi al  “Giornale della Toscana  e l’altro per la P3, con Flavio Carboni e altre due persone che nel 2009 versano 800.000 euro alla Nuova Toscana Editrice per rilevare quote.

Curriculum ricco, il naso ci ficco: ma dovrebbe ficcarcelo Matteo Renzi, dal momento che il signor X,Y, al secolo è Denis Verdini, fuoriuscito da Forza Italia e fondatore di Ala, proiettato in direzione di un patto con il Pd, che tende a evolvere in alleanza organica. L’ ipotesi non è solo il prodotto di una velenosa vendetta di Forza Italia o del je accuse della minoranza Pd, scandalizzata per i “sì” di Ala a provvedimenti parlamentari dei democratici. Non vi fosse un’intesa semi segreta Berlusconi-Renzi, testimone di “aperture” dem alla destra più o meno moderata, apparirebbe quanto meno imprudente la certezza dei verdiniani di essere praticamente inclusi nella maggioranza di governo, da barattare con qualche scanno ministeriale. Scandalo? Risuscitassero Berlinguer e Ingrao, nessun dubbio, ordinerebbero il repulisti politico dei teorici di un compromesso per nulla storico, possibile solo per fragilità della minoranza dem e imperfetta democrazia italica. A complicare l’incoerenza renziana con la storia della sinistra ecco il sorprendente rendez vous Pd-Ala. La location del Nazareno, prima sede del dialogo, suscita rabbiose proteste di Speranza e compagni della minoranza, tanto da suggerire l’alternativa del gruppo parlamentare dem di Montecitorio. Di che si discute? Verdini va diritto al sodo della richiesta già avanzata dai banchi della Camera di alleanza politica formalmente riconosciuta con il Pd. A sostenerla l’esulea di Forza Italia cita il “sì” a molti provvedimenti legislativi, incluso il referendum sulla riforma costituzionale. A conclusione dell’incontro è sospetta la smentita frettolosa e contemporanea di una nuova maggioranza. Gli uomini di Ala aggiungono una battuta piena di sarcastica perplessità: “Non siamo maggioranza, neppure opposizione: dove ci collochiamo, in paradiso?” Di sicuro c’è l’accordo di discutere d’ora in poi, ogni legge. E cos’altro è se non un sinonimo di alleanza di governo solo formalmente mascherata? A conferma, il corollario dell’appoggio di Ala alla candidata Pd Valente, in competizione a Napoli per il ruolo di sindaco e al candidato di Cosenza. E’ quasi la fine del partito democratico, commenta smarrito Speranza. Le opposizioni ci vanno giù duro: è cambiata la maggioranza, si voti alla Camera la fiducia.

Nella foto Renzi e Verdini

 

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