REGGIA DI CASERTA COME ASL A NAPOLI / LAVORARE STANCA, MENTRE I SINDACATI DORMONO E I BUROCRATI INGRASSANO

Dai tutte le tue energie per far rinascere un pezzo di storia dalla muffa? Regali le tue ore di sonno perchè la bella addormentata prima o poi si risvegli dopo anni di letargo? Vuoi far risorgere il Mito dalla putrefazione quotidiana? Bene, vai preso a calci in culo. E’ quanto alcuni sindacati (sic!) locali a Caserta ha fatto fottendosene dei destini della Versailles di casa nostra (“ancora più ricca di storia”, ha sottolineato il neo direttore preso appunto a calci) e denunciando l’eccesso lavorativo del nuovo “capo”, Mauro Felicori, finalmente arrivato a far lavorare scansafatiche, rubastipendio e ladri del bene comune. Non potevano far altro – il premier Renzi e il segretario Cgil Camusso – che stigmatizzare l’evento. Ma non più di tanto: un tiratina d’orecchie a quei sindacalisti birichini e via. Camusso, non serve scomporsi più di tanto.

Una Reggia più volte oltraggiata, nel corso degli anni: da lavoratori taroccati, sindacati complici, ministri d’ogni colore assenti, enti locali fantasma. Dalla Regione sempre pronta a erogare fondi inutili ad amici & parenti, alla Provincia ormai ridotta a larva, ad un Comune dedito a feste rionali, fino al “governo territoriale”, la Prefettura, sotto i cui occhi ne succedono di tutti i colori, senza che foglia si muova (come nel clamoroso caso dell’Ospedale civile di Caserta in mano ai clan, e un Prefettura – pur consapevole per le svariate denunce ricevute – silente).

Val la pena di ricordare una “story” che fece ridere mezzo mondo, circa tre anni fa, ma presto passata sotto coltri di naftalina. In uno dei rami d’indagine a carico dell’ex sottosegretario all’Economia nel governo Berlusconi, Nicola Cosentino, gli inquirenti tra le tante altre cose accertarono che il ras dell’energia – con la sua dinasty a capo dell’arcipelago societario che ruota intorno alla Aversana Petroli – aveva in sua totale “disponibilità” nientemeno che la Reggia di Caserta. Immaginate per un solo istante se domani i parigini venissero a scoprire che il vice di un vice del cameriere di Hollande fosse in possesso delle chiavi di Versailles: un assalto alla Bastiglia in meno di 24 ore! Qui tutto ok: nessuno stupore, nessuna indignazione collettiva per il fatto che Cosentino avesse le chiavi della Reggia di Caserta, per potervi entrare a suo piacimento, a qualsiasi ora, ospitarvi amici & parenti caso mai per una “merenda” domenicale sui prati della nostra Versailles. Ottimo soggetto per una prossima Grande Bellezza made in Sorrentino…

Prima di passare ad una vicenda gemella (ma in campo sanitario), val la pena di ricordare le minacce subite dall’ex ministro della cultura Massimo Bray – il cui nome rimbalza in questi giorni come possibile candidato di “sinistra” per la corsa al Campidoglio – quando promise il suo impegno per salvaguardare e rilanciare un’altra gemma storica: un’altra Reggia seppur ben più piccola, quella di Carditello. Qualche grazie dalle “istituzioni”, sempre solerti nel fare sfilate e parate commemorative? Niente. A farsi sentire solo le intimidazioni – queste ben concrete, a base di lettere minatorie – della camorra.

Angelo Montemarano e Ciriaco De Mita. In apertura Mauro Felicori

Angelo Montemarano e Ciriaco De Mita. In apertura Mauro Felicori

Ma il caso-Reggia riporta alla mente – tanto per rimanere in Campania – ad un’altra storia non meno clamorosa: e soprattutto emblematica circa i mega sperperi impuniti nel “Rione Sanità” dove per anni e anni ha imperato il tandem De Mita-Bassolino, i quali hanno trovato il loro Vate Maximo in Angelo Montemarano, prima direttore generale dell’Asl numero 1, la più grande del Mezzogiorno, poi assessore regionale della Sanità, quindi al vertice dell’Arsan, l’agenzia che sulla carta dovrebbe controllare efficienza & trasparenze di strutture, servizi e prestazioni in campo sanitario regionale. A quanto pare l’inossidabile e inamovibile (da oltre un quindicennio) Montemarano (che ha lanciato in pista un altro peso massimo, il figlio, già plurivotato alle amministrative) non occupa più la poltrona Arsan: lo avrebbe rimosso il governatore Vincenzo De Luca, suo malgrado. Sì, perchè l’assist vincente per la scalata alla Campania gli è stato servito su un piatto d’argento proprio dal fu segretario dc De Mita, il cui potere (in ambito sanitario e non solo) non tramonta mai. Costretto ad adottare quel provvedimento, De Luca, perchè non poteva non tener conto di una fresca condanna inflitta a Montemarano dalla Corte dei Conti: la bellezza di 10 milioni di euro per una sfilza di sperperi & clientele spinte, in perfetto stile Dc (più Psi) anni ’80, gli anni di vacche iper grasse.

E Montemarano è passato alla (mala)storia per un’altra vicenda ai confini della realtà, che la Voce ha descritto fin dai suoi esordi, una dozzina d’anni fa. Il licenziamento di un primario di psichiatria che lavorava giorno e notte – è il caso di dirlo, come il neo direttore della Reggia – per riuscire a garantire un servizio umano ed efficiente ai suoi pazienti, senza dimenticare di tagliare spese inutili e sperperi. Veniva da una formativa esperienza presso la Asl di Castellammare, il dottor Domenico Forziati, che in quella azienda “bucata” e di frontiera era riuscito persino a far quadrare i conti, risparmiando –

Domenico Forziati

Domenico Forziati

parliamo di fine anni ’90 – circa 2 miliardi di vecchie lire. Arriva al Gesù e Maria di Napoli, il primario, e cerca di portare un po’ di luce. In primis razionalizzando i turni: perchè aver lo stesso numero di infermieri giorno e notte? Caso mai nel turno notturno impegnati ad ammazzare il tempo giocando a carte, mentre di giorno le forze scarseggiano per fronteggiare una domanda di aiuto? Detto fatto, razionalizza i turni. E qui comincia il suo calvario: sindacati contro, e soprattutto contro i vertici dell’Asl, capeggiati da Montemarano. Una sfilza di raccomandazioni, poi di diffide, quindi un ultimatum. Niente, Forziati non si arrende. E viene licenziato. Durerà una decina d’anni l’iter giudiziario che alla fine riconoscerà i diritti (calpestati) del primario e il torto marcio dei vertici Asl. Reintegrato, Forziati non andrà più a rioccupare quel posto. Mentre per svariati altri “fatti” amministrativamente rilevanti Montemarano & C. verranno condannati dalla Corte dei Conti. Intanto, la Campania resta in testa alla hit tra le regioni spendaccione e fanalino di coda per la qualità dei servizi erogati.

A quando il tocco magico di zar De Luca, il primo a portare – secondo le imperdibili ricostruzioni storiche di Crozza – la penicillina nella regione allo stato primordiale prima del suo avvento?


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